Editoriale
Perché
una nuova rivista di bioetica?
Perché
una nuova rivista di bioetica? Perché riteniamo
che, nell’ambito delle Questioni di Bioetica,
vi sia ancora tanto lavoro da svolgere per informare,
far riflettere ed educare alla scoperta (o riscoperta)
di alcuni fondamentali valori etici di riferimento.
In questa prospettiva, non è mai troppo quanto
si riesce a fare.
Quando parliamo di bioetica, ci riferiamo in genere
ad un insieme di problematiche complesse che coinvolgono
molteplici discipline del sapere umano. Il termine,
chiaramente, indica una riflessione sulla bontà
o malizia dell’agire in un senso, appunto, “etico”
che, come tale, va oltre ogni disciplina scientifica
particolare. Si pensi alla differenza formale tra
i due seguenti giudizi. Giudizio medico: “È
bene per me stare tre giorni a letto per guarire dall’influenza!”
Giudizio morale: “È bene per me alzarmi
subito dal letto anche a costo di aggravare il mio
stato di salute (ad esempio, perché devo soccorrere
mio figlio)!”
L’etica, però, proprio perché
“scienza pratica” che cerca soluzioni
concrete su come agire, è preoccupazione primaria
di chi deve prendere decisioni. E, oggi, gli enormi
progressi della medicina, della biologia e della tecnica
mettono spesso diverse categorie di professionisti
di fronte a scelte estremamente difficili e complesse
che non possono essere prese restando dentro i confini
della loro competenza specialistica. Queste scelte
impongono l’interdisciplinarità. Esse
impongono al medico e al biologo di esser un po’
filosofi e un po’ giuristi, interrogandosi sulla
natura umana, sul senso del bene morale e sulle conseguenze
normative e sociali della loro scienza. Impongono
al filosofo di essere un po’ medico. Al politico
di essere un po’ biologo. E così via.
In maniera essenzialmente interdisciplinare, la bioetica
riguarda sia le scienze mediche e biologiche sia le
scienze di carattere umanistico come la filosofia,
la sociologia, il diritto e la politica.
Il termine “bioetica” evoca facilmente
nella mente di noi tutti i grandi dibattiti culturali
sui temi dell’aborto volontario, dell’eutanasia,
della procreazione artificiale, dei trapianti d’organo,
della limitazione delle nascite, della sperimentazione
sull’uomo e di tanti altri ancora. Dibattiti
incentrati spesso su semplici sigle o su espressioni
capaci di confondere e mascherare -almeno in parte-
l’oggettiva natura delle questioni affrontate:
IVG, FIVET, Ru-486, “buona morte”, sterilizzazione
preventiva, morte cerebrale…
Chiunque si sia anche semplicemente avvicinato al
“mondo bioetico” - fosse pure attraverso
la partecipazione occasionale a un dibattito televisivo
o a una conferenza pubblica - non può non aver
percepito la complessità della materia, l’elevato
grado di “appassionamento” che suscita,
l’importanza delle questioni pratiche affrontate,
il rilievo dei valori etici in gioco. La prima reazione
- per alcuni - può essere quella di una sorta
di “fuga dal problema”, evitando di “complicarsi
la vita” con ragionamenti e prese di posizione
su questo o quel tema. Qualcuno, invece, può
essere indotto ad assumere una posizione di tipo prevalentemente
“ideologico”, allineandosi passivamente
a un determinato schieramento politico. Per altri,
infine, pur animati dal sincero desiderio di riflettere
e di decidere per il meglio, la difficoltà
può essere quella di “non riuscire a
capire” gli esatti termini scientifici, umani
ed etici delle diverse problematiche.
Il rilievo che le questioni bioetiche rivestono per
il futuro del mondo, e della società occidentale
in particolare, è tale da non poterle confinare
nell’ambito di una ristretta cerchia di “specialisti”.
È invece necessario porre i mezzi perché
ciascuno diventi sempre più consapevole della
“posta in gioco” e sia aiutato a maturare
un giudizio personale e responsabile. Questo è
lo scopo che ci prefiggiamo con la nostra nuova rivista:
cercare di far giungere sugli schermi informatici
del maggior numero possibile di persone un’informazione
chiara, semplice, completa, scientificamente corretta
ed eticamente fondata su tutta la materia bioetica.
La nostra convinzione profonda è che l’uomo
è persona: vale a dire, un essere unico e irripetibile
dotato di capacità razionale e di una volontà
libera. La persona umana, poi, è caratterizzata
da una natura che è al tempo stesso corporea
e spirituale. Dall’unicità della persona
umana e dalla sua natura corporea e spirituale discendono
valori che stanno alla base della dignità di
ogni essere umano e che, di conseguenza, ne fondano
i diritti. Si tratta di valori che attengono alla
natura stessa dell’uomo e, pertanto, possono
essere universalmente condivisi a prescindere sia
dalla visione teocentrica o antropocentrica della
vita sia dall’eventuale fede religiosa in cui
ci si riconosce.
Giudizi veritativi sul mondo, sulla natura umana e
sui princìpi e norme dell’agire morale
sono possibili. Bisogna evitare, però, non
solo le tentazioni relativiste e nichiliste, ma anche
l’ingenuità del razionalismo morale moderno
che pensava di poter trattare la morale a mo’
formule geometriche. Il nostro compito è cercare
di scoprire la verità, pur nei limiti in cui
ci è dato di conoscerla, attraverso un esercizio
ragionevole e retto (cioè onesto e disinteressato)
della nostra intelligenza.
L’ignoranza - in qualsiasi ambito - costituisce
un ostacolo e un limite per l’esercizio di quella
libertà di scegliere di cui l’uomo è
giustamente orgoglioso e geloso. Chi ignora cade più
facilmente in errore. Chi ignora rischia di fare del
male a sé e agli altri. Chi ignora può
essere più facilmente privato della sua libertà.
Chi ignora non può individuare e scegliere
ciò che costituisce il suo vero bene.
Il nostro impegno sarà quello di cercare di
contribuire a ridurre il livello di “ignoranza
bioetica” nella quale molti - spesso senza alcuna
colpa - si trovano di fatto per mancanza di strumenti
conoscitivi, di concrete opportunità di riflessione,
di adeguati stimoli culturali.
La struttura della rivista - che certamente potrà
subire modifiche e miglioramenti anche grazie ai suggerimenti
dei nostri Lettori - è volutamente semplice
e di facile lettura. In ogni numero verrà affrontato
almeno un argomento specifico nei suoi diversi aspetti
medico-scientifici, etico-giuridici e sociali. Alcune
rubriche fisse forniranno informazioni utili di carattere
bibliografico, notizie su fatti di cronaca di interesse
bioetico, documentazione deontologico-giuridica italiana
e internazionale. Un’apposita rubrica sarà
riservata alle richieste di chiarimenti e di informazioni,
come pure alle osservazioni e alle riflessioni che
i Lettori faranno giungere in Redazione.
Speriamo che i nostri sforzi e il nostro impegno siano
presto suffragati dai vostri consensi e dalla consapevolezza
di essere impegnati in un lavoro editoriale di concreta
utilità.