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Associazione Thomas
International |
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Anno
I - Numero 2 - Gennaio 2007 |
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Stati Uniti e Italia: cellule
staminali nel liquido amniotico
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Una
scoperta italo-americana potrebbe rivoluzionare
il futuro della ricerca sulle cellule staminali.
Secondo uno studio firmato dall'Università di
Harvard, Padova e dall'Istituto di Wake Forest,
nel liquido amniotico si possono reperire cellule
totipotenti capaci di differenziarsi, proprio
come le embrionali, in cellule di tessuti, muscoli,
nervi e ossa. Pubblicato dalla rivista "Nature
Biotechnology", lo studio è iniziato prelevando
liquido amniotico a donne incinte e si è concluso
dopo sette anni di test. I medici erano già
al corrente che il liquido in cui cresce il
feto contiene una grande quantità di cellule
immature, ma non era chiaro se vi fossero anche
staminali vere e proprie, vale a dire cellule
indifferenziate capaci di specializzarsi in
cellule di diversi organi. Dubbi risolti proprio
dagli scienziati americani e dal team del professor
Paolo De Coppi, che sono riusciti a isolare
le staminali all'interno del liquido scartato
dopo l'amniocentesi di alcune gestanti e hanno
coltivato il materiale prelevato trasformandolo
in cellule di muscoli, nervi, grasso e del fegato.
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La
scoperta rappresenta una grande speranza per
la medicina e potrebbe mettere la parola fine
al problema etico sull'uso delle cellule staminali
embrionali che in passato ha anche portato alcuni
governi a vietare questo genere di ricerche.
"La nostra speranza è che queste cellule rappresentino
una valida risorsa per la riparazione dei tessuti
e anche per la creazione di nuovi organi", ha
spiegato Anthony Atala, direttore dell'Istituto
di Medicina Rigenerativa alla Wake Forest University
. (Fonte: www.tgcom.mediaset.it).
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Italia: rinnovato il Comitato
Nazionale di Bioetica
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Roma,
7 dicembre 2006. È stato rinnovato, con decreto
del Presidente del Consiglio, Romano Prodi,
il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB).
Il Comitato sarà presieduto dall'ex Presidente
della Corte costituzionale e attuale Presidente
dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Francesco
Paolo Casavola. Il Presidente del Consiglio
ha poi proposto Francesco Donato Busnelli quale
membro dell'European Group on Ethics in Science
and New Technologies al posto di Carlo Casini,
dimissionario dal 12 luglio 2006. Lo rende noto
un comunicato di palazzo Chigi.
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I
criteri sulla base dei quali è stata elaborata
la formazione del nuovo Comitato sono i seguenti:
sensibile riduzione del numero dei componenti;
riequilibrio del rapporto uomo/donna; complessivo
abbassamento dell'età media; ampio ricambio
nella composizione dell'organismo. Il Comitato
sarà composto da 35 membri (erano 52) di cui
14 donne, più i 5 Presidenti onorari. Questi,
oltre al Presidente, i nomi dei componenti il
nuovo Comitato nazionale per la Bioetica: Salvatore
Amato, Luisella Battaglia, Stefano Canestrari,
Cinzia Caporale, Elena Cattaneo, Mauro Ceruti,
Isabella Maria Coghi, Roberto Colombo, Gilberto
Corbellini, Bruno Dallapiccola, Antonio Da Re,
Lorenzo d'Avack, Maria Luisa Di Pietro, Riccardo
Di Segni, Emma Fattorini, Carlo Flamigni, Romano
Forleo, Silvio Garattini, Marianna Gensabella
Furnari, Laura Guidoni, Aldo Isidori, Claudia
Mancina, Luca Marini, Assunta Morresi, Demetrio
Neri, Andrea Nicolussi, Laura Palazzani, Alberto
Piazza, Vittorio Possenti, Rodolfo Proietti,
Lucetta Scaraffia, Monica Toraldo Di Francia,
Giancarlo Umani Ronchi, Grazia Zuffa. Questi
i Presidenti onorari: Giovanni Berlinguer, Adriano
Bompiani, Francesco D'Agostino, Adriano Ossicini,
Rita Levi Montalcini. I Vicepresidenti verranno
indicati tra i membri del Comitato . (Fonte:
http://www.molecularlab.it/news/).
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Italia: la Corte Costituzionale
respinge ricorso sulla presunta incostituzionalità
della diagnosi genetica pre-impianto |
Il
24 ottobre 2006, con l'ordinanza 306/2006 la
Corte Costituzionale ha respinto la questione
circa la legittimità costituzionale dell'art.
13 della legge n. 40 del 2004. Il ricorso era
stato sollevato dal Tribunale di Cagliari, su
richiesta di una coppia cui era stata negata
la possibilità di diagnosi pre-impianto, durante
la procedura di fecondazione assistita cui era
sottoposta. Più esattamente la questione di
incostituzionalità viene sollevata per contrasto
con gli articoli 2 e 32 della Costituzione,
in ragione del contrasto di tale divieto con
il diritto alla salute della donna, laddove
tale divieto avrebbe potuto arrecare un danno
alla salute psichica della donna che aveva richiesto
la diagnosi. L'articolo in questione, inoltre,
sempre a giudizio del Tribunale di Cagliari,
risulterebbe irragionevole e contraddittorio
col "diritto vivente", dato che è consentita
la diagnosi prenatale.
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La
Corte, nel respingere la questione di illegittimità
costituzionale, ribadisce che tale divieto è
perfettamente coerente con i principi ispiratori
della legge, che configura il concepito come
un soggetto giuridico e che vieta qualunque
selezione dell'embrione a scopo eugenetico.
Il contrasto del diritto alla salute della donna
contro quello del concepito, inoltre, risulterebbe
infondato: si tratterebbe, infatti, di un rischio
solo ipotetico contro una reale lesione del
diritto dell'embrione. Tale contrasto sottintenderebbe,
invero, un presunto diritto della coppia ad
avere un figlio sano ed un corrispondente diritto
di vita e di morte sull'embrione: diritti non
previsti dal nostro ordinamento. Vale la pena
ricordare, infatti, che la legge 194 del 1978
prevede la possibilità di interruzione della
gravidanza solo qualora questa determini un
grave pericolo per la vita o per la salute fisica
o psichica della donna. Pericolo, come già detto,
in questo caso solo ipotetico.
La Corte nelle sue motivazioni ha posto l'accento
sullo spirito della legge ed ipotizza un inizio
di tutela giuridica del concepito, che si spera
trovi seguito nelle aule parlamentari. Per ora
basti sottolineare e portare all'attenzione
del lettore i principi ispiratori della legge
e, di contro, il rischio di manipolazione e
strumentalizzazione della vita umana. Rischio
che, si auspica, possa essere superato presto
con gli strumenti democratici a disposizione
del nostro ordinamento.
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