La ragione di una qualsiasi persona può costituire una
legge?
Circa il terzo punto procediamo così. Sembra che la
ragione di una qualsiasi persona possa costituire una
legge. Infatti, dice l’Apostolo, nella Lettera ai
Romani (2,14), che «quando i Gentili, che non hanno
legge, per natura fanno quelle cose che sono della legge,
sono legge a se stessi». E dice questo di tutti
universalmente. Dunque qualsiasi uomo può essere legge a
se stesso.
2. Inoltre, così
come il Filosofo dice, nel secondo libro dell’Etica,
«l’intenzione del legislatore è di indurre l’uomo alla
virtù». Ora qualsiasi uomo può indurre un altro alla
virtù. Perciò la ragione di qualsiasi uomo può costituire
legge.
3. Inoltre, così
come il principe della comunità politica è rispetto ad
essa colui che la governa [gubernator], allo stesso
modo qualsiasi capofamiglia è colui che governa in casa
sua. Ma il capo della comunità politica può in essa
stabilire leggi. Dunque qualsiasi capofamiglia può
stabilire legge in casa sua.
Ma di contro vi è
ciò che dice Isidoro, nel quinto libro delle Etimologie,
ed è affermato nel Decreto: «la legge è
costituzione del popolo, secondo la quale i notabili [maiores]
insieme con la plebe hanno sancito qualcosa». Non spetta
dunque a qualsiasi uomo stabilire legge.
Rispondo dicendo
che la legge propriamente, in primo luogo e principalmente
riguarda l’ordine al bene comune. Infatti ordinare qualcosa
al bene comune è proprio o di tutta la moltitudine o
di un qualche governante che agisce in vece della moltitudine.
E perciò fare le leggi o spetta alla intera moltitudine,
oppure spetta alla persona pubblica che di tutta la
moltitudine ha cura. Poiché anche in tutti gli altri
ambiti ordinare al fine è proprio di colui del quale
tale fine è proprio.
Risposta al primo argomento:
così come sopra è stato detto (a. 1, ad 1), la legge è in
qualcosa non solo come in ciò che regola, ma anche, per
partecipazione, come in ciò che è regolato. E in questo
modo chiunque è legge a se stesso, nella misura in cui
partecipa all’ordine di un qualche principio regolatore.
Conseguentemente anche nello stesso luogo si aggiunge:
«Essi mostrano l’opera della legge scritta nei loro
cuori».
Risposta al secondo
argomento:
una persona privata non può indurre efficacemente alla
virtù. Può infatti solo ammonire, ma se il suo ammonimento
non è recepito, non ha forza coercitiva, forza che invece
la legge deve avere per indurre efficacemente alla virtù,
come dice il Filosofo nel decimo libro dell’Etica
Nicomachea. Ha invece questa forza coercitiva o la
moltitudine o la persona pubblica, cui spetta infliggere
pene, come verrà detto in seguito (q. 92, a.2; II-II,
q. 64, a. 3). Perciò soltanto a chi ha questa forza spetta
stabilire leggi.
Risposta al terzo argomento:
così come un uomo è parte di una casa, allo stesso modo la
casa è parte di una comunità politica: la comunità
politica infatti è la comunità perfetta, come viene detto
nel primo libro della Politica. E perciò come il
bene del singolo uomo non è fine ultimo, ma è ordinato al
bene comune, allo stesso modo anche il bene di una singola
casa è ordinata al bene di una sola comunità politica, che
è la comunità perfetta. Conseguentemente, colui il quale
governa una qualche famiglia, può certamente stabilire
certi precetti e regolamenti, ma essi propriamente non
hanno natura di legge. |