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Trattato sulla Legge

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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 92

Sugli effetti della legge

ARTICOLO 2

 

Gli atti della legge sono indicati in maniera adeguata?

 

 

Circa il secondo punto procediamo così. Sembra che gli atti propri della legge vengano indicati in maniera appropriata quando si dice che essi sono: «comandare, proibire, permettere e punire». «Ogni legge», infatti, come dice l’esperto di legge, «è un precetto generale» (Dig. I, 3, 1).
Ma comandare è lo stesso che dare precetti. Dunque gli altri tre atti sono superflui.

 

2. Inoltre, effetto della legge è indurre i sudditi al bene, come è stato detto sopra (a.1). Ma il consiglio riguarda un bene migliore di quello cui mira il precetto. Dunque, spetta alla legge più consigliare che dare precetti.

 

3. Inoltre, così come qualsiasi uomo è spinto al bene attraverso le pene, così anche attraverso i premi. Dunque, così come il punire è considerato un effetto della legge, così anche il premiare.

 

4. inoltre, l’intento del legislatore è che gli uomini divengano buoni, come sopra è stato detto. Ma colui il quale solo per timore delle pene obbedisce alla legge non è buono: infatti «anche se per timore servile, che è timore delle pene, qualcuno fa una cosa buona, tuttavia non fa bene nulla», come dice Agostino (Contra Duas Epist. Pelagian., II, c.9). Dunque non sembra sia compito proprio della legge punire.

 

Ma di contro vi è quello che Isidoro dice nel quinto libro delle Etimologie (c.19): «Ogni legge o permette qualcosa, come ad esempio: l’uomo valoroso chieda una ricompensa; o la vieta, come ad esempio: a nessuno è permesso di chiedere di sposare vergini consacrate; o punisce, come ad esempio: chi uccide sia messo a morte».

 

Rispondo dicendo che, così come l’enunciazione è un dettame della ragione sotto forma dell’enunciare, allo stesso modo anche la legge è dettame della ragione sotto forma del dare precetti. Ora, è proprio della ragione dedurre una cosa da un’altra. Da ciò consegue che, così come, nelle scienze dimostrative, la ragione conduce ad accettare delle conclusioni mediante certi principi, allo stesso modo conduce anche ad accettare il precetto della legge mediante qualcosa.
Ora, i precetti della legge riguardano gli atti umani, nei quali la legge guida, come è stato detto sopra (q.90, aa.1,2; q.91, a.4). E sono tre i tipi di atti umani. Infatti, come prima è stato detto (q.18, a.8), ci sono gli atti buoni per genere, che sono gli atti virtuosi e ad essi corrisponde la legge nell’atto di dare precetti o comandare: infatti «la legge comanda tutti gli atti delle virtù», come si dice nel quinto libro dell’Etica Nicomachea (c.1). Ci sono poi gli atti cattivi per genere, che sono gli atti viziosi e ad essi corrisponde la legge nell’atto di proibire. Ci sono poi gli atti indifferenti per genere e ad essi corrisponde la legge nell’atto di permettere. E possono anche esservi degli atti detti indifferenti: sono tutti quegli atti che sono né troppo buoni, né troppo cattivi. – Ciò poi che fa sì che si obbedisca alla legge, è il timore delle pene e per questo si considera il punire effetto della legge.

 

Risposta al primo argomento: così come smettere di compiere il male è in qualche modo un bene, così anche la proibizione è in qualche modo un precetto. E per questo, prendendo il termine precetto in un’accezione ampia, ogni legge può dirsi precetto.

 

Risposta al secondo argomento: dare consigli non è propriamente un atto della legge, ma può competere anche ad una persona privata, che non ha la facoltà di fare leggi. Conseguentemente anche l’Apostolo, nella Prima Lettera ai Corinti (7,12), nel dare un consiglio, diceva: «Lo dico io, non il Signore». E per questo consigliare non è posto tra gli effetti della legge.

 

Risposta al terzo argomento: anche il premiare può competere a chiunque, ma il punire non spetta a nessuno se non al ministro della legge dalla cui autorità la pena è inflitta. E per questo premiare non è posto tra gli effetti della legge, ma solo punire.

 

Risposta al quarto argomento: per il fatto che uno comincia ad abituarsi ad evitare il male e a compiere il bene per timore della pena, è portato, presto o tardi, ad agire così con piacere e di propria volontà. Ed in questo modo, la legge anche con il punire induce gli uomini ad essere buoni.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova