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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 96

Sul potere della legge umana

ARTICOLO 2

 

La legge umana deve reprimere tutti i vizi?

 

 

Circa il secondo punto procediamo così: Sembra che sia compito della legge umana reprimere tutti i vizi. Dice infatti Isidoro, nel quinto libro dell’Etimologie (c. 20) che «le leggi sono fatte affinché l’audacia sia frenata dal timore che si prova nei loro confronti». Infatti non è sufficiente frenare, se qualsiasi male non viene represso attraverso la legge. Dunque la legge umana deve reprimere qualsiasi male.

 

2. Inoltre, l’obiettivo del legislatore è rendere i cittadini virtuosi. Ma nessuno può essere virtuoso, se non si tiene lontano da tutti i vizi. Dunque alla legge umana spetta reprimere tutti i vizi.

 

3. Inoltre, la legge umana deriva dalla legge naturale, come è stato detto sopra (q. 95, a. 2). Ora tutti i vizi contraddicono la legge di natura. Dunque la legge umana deve reprimere tutti i vizi.

 

Ma di contro vi è ciò che viene detto nel primo libro del De Libero Arbitrio (c. 5): «Mi sembra che questa legge che è stata scritta per governare il popolo permetta correttamente queste cose, che la divina provvidenza punisce». Ma la divina provvidenza non punisce che i vizi. Dunque correttamente la legge umana permette certi vizi, che essa non reprime.

 

Rispondo dicendo che, così come già è stato detto (q. 90, aa. 1,2), la legge è stabilita come regola o misura degli atti umani. Ora la misura deve essere omogenea al misurato, come viene detto nel decimo libro della Metafisica (c. 1): cose diverse sono misurate da misure diverse. Dunque è necessario che anche le leggi siano imposte agli uomini in base alla loro condizione, perché, come dice Isidoro (Etymol. 2, c. 10; 5, c. 21), la legge deve essere « possibile, sia secondo la natura, sia secondo le consuetudini del paese». Ora, la capacità o facoltà di agire deriva dall’abito o disposizione interiore: la stessa non è infatti possibile all’uomo non ha un abito virtuoso e a chi è virtuoso, come non è ugualmente possibile al fanciullo e all’uomo maturo. E per questo non viene imposta al fanciullo la stessa legge che imposta all’adulto: molte cose permesse al fanciullo negli adulti sono punite dalla legge, o biasimate. E similmente agli uomini non perfetti per virtù sono permesse molte cose che non sono tollerate negli uomini virtuosi.
La legge umana è imposta ad una moltitudine di uomini, in cui la maggior parte è costituita da uomini non perfetti per virtù. E perciò dalla legge umana non devono essere repressi tutti i vizi, dai quali i virtuosi si astengono; ma solo quelli più gravi, dai quali è possibile allontanare la massa, e specialmente quelli dannosi per gli altri, senza la cui proibizione la società umana non potrebbe conservarsi, quali l’omicidio, il furto,e altre cose simili.

 

Risposta al primo argomento: l’audacia sembra caratterizzarsi come aggressione verso altri. Conseguentemente, essa si riferisce specialmente a quei peccati con i quali si arreca ingiuria al prossimo; e queste cose sono punite dalla legge umana, come è stato detto.

 

Risposta al secondo argomento: la legge umana mira ad indurre gli uomini alla virtù, non in maniera immediata, ma gradatamente. E perciò non subito ad una moltitudine di imperfetti impone quelle cose che sono già proprie dei virtuosi, come l’astensione dal male. Altrimenti queste persone imperfette, non essendo capaci di mettere in pratica simili precetti, cadrebbero in mali peggiori, come si legge nel libro dei Proverbi (30, 33): «Chi soffia troppo il naso, ne fa uscire sangue»; e nel Vangelo secondo Matteo (9, 17) si dice che «se il vino nuovo», cioè i precetti della vita perfetta, «sono messi in otri vecchi», cioè in uomini imperfetti, «gli otri si rompono e il vino si perde», cioè i precetti vengono trasgrediti e gli uomini a causa del disprezzo cadono in mali peggiori.

 

Risposta al terzo argomento: la legge naturali è una certa partecipazione della legge eterna in noi: la legge umana è manchevole rispetto alla legge eterna. Dice infatti Agostino, nel primo libro del De Libero Arbitrio (loco cit.): «La legge emanata per governare gli stati concede e lascia impunite molte cose, che sono punite dalla divina provvidenza. Ma è da riprovare ciò che fa, per il fatto che non fa tutto». Conseguentemente la legge umana non può proibire tutto ciò che proibisce la legge naturale.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova