Tutti gli uomini sono
soggetti alla legge umana?
Circa il quinto punto procediamo così. Sembra non
tutti siano soggetti alla legge umana. Sono infatti
soggetti alla legge quelli per i quali la legge è fatta.
Ma l’Apostolo dice, nella Prima lettera ai Timoteo
(1, 9) che «la legge non è per il giusto». Quindi i giusti
non sono soggetti alla legge umana.
2. Inoltre, il Papa
Urbano dice, ed è affermato anche nel Decreto (19,
q. 2): «Non c’è ragione di costringere alla legge
pubblica, chi è governato dalla legge privata». Ora dalla
legge privata dello Spirito Santo sono governati tutti gli
uomini spirituali che sono figli di Dio, secondo quanto si
legge nella Lettera ai Romani (8, 14) «Quelli che
sono guidati dallo Spirito Santo, questi sono figli di
Dio». Quindi non tutti gli uomini sono soggetti alla legge
umana.
3. Inoltre,
l’esperto di diritto che «il principe è sciolto dalle
leggi». Ora chi è sciolto dalla legge, non è soggetto alla
legge. Quindi non tutti sono soggetti alla legge.
Ma di contro vi è ciò che l’Apostolo dice, nella
Lettera ai Romani (13, 1 e ss.): «Ogni persona sia
sottoposta alle autorità superiori». Ma non sembra che
possa essere sottoposto ad una autorità chi non è soggetto
alla legge che questa autorità emana. Quindi tutti gli
uomini devono essere soggetti alla legge umana.
Rispondo dicendo che, come emerge dalle cose
dette prima (q. 90, aa. 1 e 2; a. 3), la legge implica
due cose nella sua nozione: in primo luogo, il fatto
che è una regola degli atti umani; in secondo luogo,
il fatto che ha forza coercitiva. Perciò uno può essere
soggetto alla legge in due modi. In un modo, come il
regolato alla regola. E in questo modo tutti quelli
che sono soggetti ad una autorità sono soggetti alla
legge che questa autorità emana. Ora, che uno non sia
soggetto ad una autorità, può accadere in due modi.
In un modo, perché è totalmente estraneo al suo dominio.
Quindi quelli che appartengono ad una città o ad un
regno, non sono soggetti alle leggi emanate dal principe
di un’altra città o di un altro regno, e così nemmeno
al suo dominio. In altro modo, per il fatto che sono
governati da una legge superiore. Per esempio, qualora
uno sia soggetto al proconsole, deve stare al sui comando,
ma tuttavia non in tutte quelle cose che gli sono ordinate
dall’imperatore: infatti in questo caso non è tenuto
al comando dell’inferiore, essendo governato da quello
del superiore. E in questo senso può capitare che uno,
pur essendo pienamente soggetto alla legge, non sia
ad esso tenuto in certe cose, rispetto alla quali è
retto da una legge superiore. In un altro modo si dice
che uno è soggetto alla legge così come un forzato alla
catena. E in questo modo gli uomini virtuosi e giusti
non sono sottomessi alla legge, ma solo i malvagi.
Infatti ciò che è forzato e violento è contrario alla
volontà. Ora, la volontà dei buoni concorda con la legge,
dalla quale invece la volontà dei malvagi discorda.
E perciò in base a questo i buoni non sono sotto la
legge, ma solo i malvagi.
Risposta al primo argomento: esso procede riguardo
alla sottomissione che si dà al modo della coazione. Così
infatti «la legge non è per il giusto»: perché «i giusti
sono legge a se stessi», quando «mostrano l’opera della
legge scritta nei loro cuori», così come l’Apostolo dice
nella Lettera ai Romani (2, 14-15). Di conseguenza
in costoro la legge non ha forza coercitiva, così come
invece ha negli ingiusti.
Risposta al secondo argomento: la legge dello
Spirito Santo è superiore ad ogni legge umana positiva. E
perciò gli uomini spirituali, in quanto sono guidate dallo
Spirito Santo, non sono sottoposti alla legge riguardo a
quelle cose che contrastano con la guida dello Spirito
Santo. Ma tuttavia appartiene alla guida dello Spirito
Santo la sottomissione delle persone spirituali alle leggi
umane, secondo quello che è scritto nella Prima lettera
di Pietro (2, 13): «Siate soggetti per amore di Dio ad
ogni istituzione umana».
Risposta al terzo argomento: principe è considerato
sciolto dalla legge, rispetto alla forza coercitiva di
essa: nessuno infatti propriamente può costringere se
stesso. D’altra parte la legge non riceve la propria forza
coercitiva che dall’autorità del principe. Così dunque il
principe è detto sciolto dalla legge, perché nessuno può
condannarlo se agisce contro la legge. Dunque a tal
proposito, sull’espressione del Salmo 50 (6)
«Contro te solo ho peccato», dice la Glossa che «il re non
ha un uomo che ne giudichi gli atti». – Ma rispetto alla
forza direttiva della legge, il principe è di propria
volontà soggetto alla medesima, secondo quanto viene detto
nel Diritto «Chiunque stabilisce una norma
per altri, egli stesso deve servirsi di essa. E l’autorità
del Sapiente dice: “Ubbidisci alla legge che tu stesso hai
stabilito”». Dal Signore sono rimproverati anche quelli
che «dicono e non fanno» e quelli che «impongono pesanti
fardelli agli altri ed essi stessi non vogliono muoverli
nemmeno con un dito», come si dice nel Vangelo secondo
Matteo (22, 3,4). Di conseguenza, rispetto al giudizio di
Dio, il principe non è sciolto dalla legge nella sua forza
direttiva, ma deve volontariamente, e non perché
costretto, seguire la legge. – Il principe è sopra la
legge anche nella misura in cui, se fosse necessario, può
mutare la legge, dispensare rispetto ad essa, secondo le
condizioni di luogo e tempo. |