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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 98

Sulla legge antica

ARTICOLO 6

 

La legge antica è stata data al tempo appropriato?

 

 

Circa il sesto punto procediamo così: Sembra che non in modo conveniente la legge antica è stata data al tempo di Mosè. La legge antica infatti preparava alla salvezza che sarebbe venuta attraverso Cristo, come è stato detto sopra (aa. 2, 3). Ma subito dopo il peccato, l’uomo ebbe bisogno di questo rimedio di salvezza. Dunque la legge antica doveva esser data subito dopo il peccato.

 

2. Inoltre, la legge antica fu data per la santificazione di coloro dai quali sarebbe nato Cristo. Ma con Abramo cominciò ad esser fatta la promessa del ‘seme che è Cristo’, come è affermato nella Genesi (12, 7). Dunque la legge antica doveva esser data al tempo di Abramo.

 

3. Inoltre, come Cristo non nacque da altri discendenti di Noè, se non da Abramo, cui fu fatta la promessa, così anche non nacque da altri figli di Abramo, se non da Davide, al quale la promessa era sta rinnovata, secondo quanto si legge nel Secondo Libro dei Re (23, 1): «Disse l’uomo a cui fu detto del Cristo del Dio di Giacobbe». Dunque, la legge antica doveva esser data dopo Davide, come fu data dopo Abramo.

 

Ma di contro vi è ciò che dice l’Apostolo, nella Lettera ai Galati (3, 19): «la legge fu posta per le trasgressioni, fino alla venuta del seme per era stata fatta la promessa e fu promulgata per mezzo degli angeli attraverso mediatori»; cioè, «fu data con ordine», come dice la Glossa. Dunque, fu opportuno che la legge antica venne data in quel preciso tempo.

 

Rispondo dicendo che in maniera davvero opportuna la legge antica fu data al tempo di Mosè. E di ciò si possono addurre due ragioni, in base al fatto che ogni legge viene imposta a due generi di uomini. È, infatti, imposta agli ostinati e ai superbi, che attraverso la legge sono frenati e domati; è imposta anche ai buoni, che attraverso la legge sono istruiti e aiutati ad adempiere ciò cui tendono. Dunque in modo conveniente la legge fu data in quel tempo, per reprimere la superbia umana. In due cose infatti l’uomo si era inorgoglito: in scienza e potenza. In scienza, come se la ragione naturale potesse bastare alla sua salvezza. E perciò per reprimere l’orgoglio, l’uomo fu lasciato al solo governo della sua ragione senza l’aiuto di una legge scritta. Così, per esperienza l’uomo poté capire le deficienze della sua ragione, dal momento che gli uomini vennero a cadere nell’uso dell’idolatria e nei vizi più turpi al tempo di Abramo.  E perciò dopo questi tempi fu necessario dare la legge scritta come rimedio dell’umana ignoranza: poiché come si dice nella Lettera ai Romani (3, 20): «attraverso la legge la conoscenza del peccato». – Ma  dopo che l’uomo fu istruito attraverso la legge, dalla infermità fu frenata la sua superbia, quando non poteva realizzare ciò che conosceva. E perciò, come conclude l’Apostolo, nella Lettera ai Romani (8, 3 e ss.): «Quello che era impossibile per la legge, perché la carne la rendeva debole, Dio mandò suo figlio, affinché la giusta sentenza della legge si adempisse in noi»

 

Risposta al primo argomento: non era opportuno dare la legge antica subito dopo il peccato ai primi uomini: sia perché gli uomini, confidando nella propria ragione, ancora non riconosceva di averne bisogno; sia perché il dettame della legge di natura non era ancora ottenebrato dall’abitudine di peccare.

 

Risposta al secondo argomento: la legge non deve essere data se non ad un popolo: è infatti un precetto universale, come è stato detto (q. 96, a.1). E perciò al tempo di Abramo furono dati da Dio agli uomini dei precetti familiari, quasi domestici. Ma successivamente, essendosi moltiplicati i suoi posteri tanto da costituire un popolo, e liberati dalla schiavitù, la legge poté esser data in maniera conveniente: infatti i servi, come dice il Filosofo nel terzo libro della Politica (cc.2, 4, 5), non sono parte del popolo o della comunità politica, a cui deve esser data la legge.

 

Risposta al terzo argomento: dal momento che era necessario che la legge fosse data ad un certo popolo, non solo a quelli dal quale Cristo è nato, la legge fu ricevuta, ma tutto il popolo ricevette il segno della circoncisione, segno della promessa fatta da Dio ad Abramo e in cui Abramo ebbe fiducia, come dice l’Apostolo nella Lettera ai Romani (4, 11). E perciò anche prima di Davide la legge andava data, essendo tale popolo già formato.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova