La legge antica contiene molti precetti o uno soltanto?
Circa il primo punto procediamo così. Sembra che
nella legge antica non fosse contenuto che un solo
precetto. La legge, infatti, non è nient’altro che
precetto, come è stato affermato sopra (q. 92, a. 2). E la
legge antica è una. Dunque essa non contiene che un solo
precetto.
2. Inoltre,
l’Apostolo dice nella Lettera ai Romani (13, 9):
«Se qualche altra cosa viene comandata, tale comando può
essere ricondotto a questo: Ama il prossimo tuo come te
stesso». Ma tale comando è uno solo. Dunque, la legge
antica non contiene che un solo comando.
3. Inoltre, nel
Vangelo secondo Matteo (7, 12), si dice: «Tutte le
cose che volete che gli uomini facciano a voi, voi fatele
a loro: questa è la legge e i profeti». Ma tutta la legge
antica è contenuta nella legge e nei profeti. Dunque,
tutta la legge antica non ha che un solo precetto.
Ma di contro vi è ciò che l’Apostolo dice nella
Lettera agli Efesini (2, 15): «Annullando la legge
fatta di comandi e decreti». E si parla qui delle legge
antica, come emerge dalla Glossa. Dunque la legge
antica contiene in sé molti comandi.
Rispondo dicendo che il precetto di una legge
essendo obbligante riguarda qualcosa che deve essere
fatto. Ora, che qualcosa debba essere fatto, deriva dalla
necessarietà di un dato fine. Di conseguenza, è chiaro che
appartiene alla nozione di precetto il fatto di essere
ordinato ad un fine, nella misura in cui, cioè, quello che
viene comandato è necessario o utile per raggiungere il
fine. Ma capita che per raggiungere un dato fine, siano
necessarie o utili molte cose. E in base a questo si
possono dare precetti sulle diverse cose poiché ordinate
all’unico fine. Di conseguenza occorre dire che tutti i
precetti della legge antica sono un precetto unico perché
ordinati a un fine unico; tuttavia sono molti per la
diversità delle cose ordinate a codesto fine.
Risposta al primo argomento: la legge antica è
detta essere unica perché ordinata a un fine unico e
tuttavia contiene diversi precetti in base alla
distinzione delle cose ordinate al fine. Così anche l’arte
di costruire è una in base all’unità del fine, perché
tende all’edificazione della casa; tuttavia contiene
diversi precetti in base ai diversi atti a ciò ordinati.
Risposta al secondo argomento: come l’Apostolo
dice, nella Prima Lettera a Timoteo (1, 5),
«Fine del precetto è la carità»: a questo infatti tende
ogni legge, a promuovere l’amicizia degli uomini tra loro
o degli uomini verso Dio. E perciò tutta la legge si
realizza in quest’unico comandamento, «Amerai il prossimo
tuo come te stesso», come nel fine di tutti i comandi.
Nell’amore verso il prossimo, infatti, è incluso anche
l’amore di Dio, quando si ama il prossimo a causa di Dio.
Di conseguenza, l’Apostolo pose quest’unico precetto al
posto dei due che riguardano l’uno l’amore verso Dio,
l’altro l’amore verso il prossimo. E di questi il Signore
dice (Mt. 22, 40): «In questi due comandi consiste
tutta la legge e i profeti».
Risposta al terzo argomento: come viene detto nell’Etica
Nicomachea (c. 4), «I sentimenti di amicizia che si
rivolgono agli altri derivano dai sentimenti di amicizia
verso se stessi», cioè l’uomo si comporta allora verso
l’altro come verso un altro se stesso. E perciò le parole
«Tutte le cose che volete che gli uomini facciano a voi,
voi fatele a loro» spiegano la regola dell’amore verso il
prossimo che è anche implicitamente contenuta nelle parole
«Amerai il prossimo tuo come te stesso». Di conseguenza,
tali parole sono una certa esplicazione di questo
comandamento. |