I precetti morali della
legge antica offrivano giustificazione?
Circa il dodicesimo punto procediamo così. Sembra
che i precetti morali della legge antica offrissero
giustificazione. Dice, infatti, l’Apostolo, nella
Lettera ai Romani (2, 13): «Non quelli che ascoltano
la legge sono giusti presso Dio, ma saranno giustificati
quelli che la mettono in pratica».
2. Inoltre, nel
Levitico (18, 5) si dice: «Custodite le mie leggi e i
miei giudizi, l’uomo che li osserverà vivrà in essi». Ma
la vita spirituale dell’uomo si realizza mediante la
giustizia. Dunque, i precetti della legge, se adempiuti,
danno la giustificazione.
3. Inoltre, la legge
divina è più efficace della legge umana. Ma la legge umana
offre giustificazione: infatti nell’adempimento dei
precetti della legge si ha un tipo di giustizia. Dunque, i
precetti della legge offrono giustificazione.
Ma di contro vi è quello che l’Apostolo dice, nella
Seconda Lettera ai Corinti (3, 6): «La lettera
uccide». E ciò va intesto, secondo Agostino (De Spiritu
et Littera 14), anche in riferimento ai precetti
morali. Dunque, i precetti morali non offrono
giustificazione.
Rispondo dicendo che, come si dice ‘sano’ in
senso proprio e primo ciò che ha la salute, e secondariamente
ciò che è segno di salute, o che la conserva, allo stesso
modo si chiama ‘giustificazione’ in senso proprio e
primo la attuazione stessa della giustizia; secondariamente,
invece, e quasi in maniera impropria, può essere detta
giustificazione quello che è segno della giustizia,
o che dispone ad essa. Ora, che i precetti della legge
[antica] giustificavano in questi due modi è chiaro:
disponevano gli uomini alla grazia di Cristo che giustifica
e ne erano segno, poiché come dice Agostino (22 Contra
Faustum, c. 24), «anche la vita stessa di quel popolo
era profetica e prefigurava Cristo».
Ma se parliamo della giustificazione propriamente detta,
si deve considerare che la giustizia può esser accolta
o nell’abito o nell’atto; e, in base a questo, la giustificazione
può realizzarsi in due modi. In un modo, l’uomo è reso
giusto con l’acquisto dell’abito della giustizia. In
un altro modo, invece, mediante il compimento dell’opera
della giustizia e, in tal modo, la giustificazione non
è latro che la realizzazione di ciò che è giusto. Ora,
la giustizia, come le altre virtù, può essere accolta,
perché acquisita e perché infusa, come emerge dalle
cose dette prima (q. 63, a.4). Viene acquisita a causa
delle opere, ma è infusa a causa di Dio per la sua grazia.
E questa è la vera giustizia, di cui ora parliamo, in
base alla quale qualcuno è giusto presso Dio, secondo
quello che si dice nella Lettera ai Romani (4,
2): «Se Abramo è stato giustificato dalle opere della
legge, ne ha gloria, ma non presso Dio» in cose che
spettano all’autorità «si oppone all’autorità di Dio».
Ebbene, questa giustizia non poteva essere causata dai
precetti morali, che riguardano gli atti umani. E per
questo, i precetti morali, non potevano giustificare
causando la giustizia. Se, invece, intendiamo per ‘giustificazione’
l’esecuzione della giustizia, allora tutti i precetti
della legge giustificano: alcuni tuttavia in un modo,
altri in un altro. Infatti, i precetti cerimoniali
contengono in se stessi un elemento di giustizia, manifestandosi
nel culto di Dio; invece non ne contenevano una loro
giustizia particolare, se non dalla sola determinazione
della legge divina. E perciò, riguardo a precetti di
tal genere, si dice che non giustificano se non dalla
devozione e dall’obbedienza di chi li metteva in pratica.
– Invece, i precetti morali e giudiziali contenevano
ciò che era giusto in se stesso e o in generale, o anche
in particolare. Ma i precetti morali contenevano ciò
che era giusto in se stesso secondo la giustizia generale
che è «l’intera virtù», come si dice nel quinto libro
dell’Etica Nicomachea (c.1).Invece i precetti
giudiziali riguardavano la giustizia speciale, che consiste
in contratti della vita umana, che legano gli uomini
tra loro.
Risposta al primo argomento: l’Apostolo intende lì
per ‘giustificazione’ la realizzazione della giustizia.
Risposta al secondo argomento: si dice che l’uomo
che mette in pratica i precetti della legge vive in essi,
perché non incorreva nella pena di morte, che la legge
infliggeva ai trasgressori. In questo senso l’Apostolo si
esprime nella Lettera ai Galati (3,12).
Risposta al terzo argomento: i precetti della legge
umana giustificano mediante giustizia acquisita; ma qui
non si parla di essa, ma solo della giustizia che è presso
Dio. |