I precetti cerimoniali hanno una causa?
Circa il primo punto procediamo così. Sembra che i
precetti cerimoniali non abbiano una causa. Infatti a
proposito del passo della Lettera agli Efesini (2,
15) «annullando la legge di prescrizioni con i decreti...
», la Glossa dice: «cioè annullando la legge antica,
rispetto alle osservanza e materiali, con i decreti, cioè
con i precetti evangelici, che provengono dalla ragione».
Ma se le osservanza della legge antica fossero state
fondate sulla ragione, inutilmente sarebbero stati
annullati attraverso i decreti della legge nuova. Dunque
le osservanza cerimoniali della legge antica non avevano
alcuna giustificazione razionale.
2. Inoltre, la legge antica successe alla legge di
natura. Ma nella legge di natura vi era qualche precetto
che non aveva alcuna giustificazione razionale se non
quella di provare l'obbedienza dell'uomo, come dice a
Agostino (8 Super Gen. ad litt., cc. 6 e 13), a
proposito della predizione relativa all'albero della vita
unto dunque anche nella legge antica dovevano essere dati
dei precetti attraverso i quali veniva provata
l'obbedienza dell'uomo, i quali non avevano in sé alcuna
giustificazione razionale.
3. Inoltre, le opere dell'uomo si dicono morali in
base al fatto che deriverà dalla ragione. Se dunque vi
fosse stata una ragione dei precetti cerimoniali, questi
non sarebbero stati differenti dei precetti morali o
sembra dunque che i precetti cerimoniali non abbiano
alcuna causa: la ragione di una precetto si desume infatti
dalla sua causa.
Ma di contro vi è quello che si dice nel Salmo
18, (9): «I comandi del Signore sono limpidi, danno
luce agli occhi». Ma i precetti cerimoniali in sono di
Dio. Dunque sono limpidi. Cosa che non sarebbe, se non
avessero una causa razionale. Dunque i precetti
cerimoniali hanno una causa razionale.
Rispondo dicendo che, essendo l’ordinare, come dice
il filosofo nel primo libro della Metafisica [c.
2], proprio del sapiente, era necessario che quelle cose
che procedono dalla sapienza divina fossero ordinate come
dice l'apostolo nella Lettera ai Romani (13, 1). E,
perché una cosa sia ordinata sono necessarie due
condizioni. In primo luogo che sia ordinata alla fine
debito, che è principio di tutto l'ordine delle cose da
fare: infatti quelle cose che avvengono per caso, senza
l'intenzione di un fine, e sono fatte non sul serio ma per
gioco, diciamo che sono disordinate. In secondo luogo che
il mezzo sia proporzionato al fine. E da ciò deriva che la
giustificazione dei mezzi si desume dal fine: così ad
esempio la ragione della struttura di una sedia si desume
dal segare, che è il fine per cui la sega è fatta, come
dice Aristotele nel secondo libro della Fisica [c.
9]. Ora, è chiaro che i precetti cerimoniali, così come
tutti gli altri precetti della legge, furono emanati dalla
sapienza divina; di conseguenza, si dice nel
Deuteronomio (4, 6): «Questa è la vostra sapienza ed
intelligenza al cospetto dei popoli». Di conseguenza è
necessario concludere che i precetti cerimoniali sono
ordinati ad un qualche fine, dal quale possono essere
determinate le loro cause razionali.
Risposta al primo argomento: le osservanze della
legge antica possono dirsi senza la ragione, per il fatto
che non hanno una giustificazione in sé medesime, come ad
esempio quella di non esser un vestito con lana e lino.
Tuttavia potevano avere una ragione dall'essere ordinate
ad altro, cioè perché prefiguravano o escludevano qualche
altra cosa. Ma i decreti della legge nuova, che consistono
principalmente nella fede e dell'amore di Dio, sono
ragionevoli per la natura stessa degli atti che esse
implicano.
Risposta al secondo argomento: la proibizione
relativa all'albero della conoscenza del bene e del male
non dipendeva dal fatto che questa pianta era naturalmente
un male: tuttavia questa stessa proibizione aveva una
ragione derivante dall'essere ordinata ad altro, nella
misura in cui cioè attraverso essa qualcos'altro veniva
raffigurato. E così anche i precetti cerimoniali della
legge antica hanno una ragione in virtù del loro essere
ordinati ad altro.
Risposta al terzo argomento: i precetti morali in
base alla loro stessa natura hanno cause razionali, così
«Non uccidere, Non rubare». Ma i precetti cerimoniali
hanno cause razionali in virtù del loro essere ordinati ad
altro, come è stato detto. |