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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 102

Sulle cause dei precetti cerimoniali

ARTICOLO 6

 

Le osservanze cerimoniali avevano una causa ragionevole?

 

 

Circa il sesto punto procediamo così. Sembra che le osservanze cerimoniali non avessero alcuna causa ragionevole, perchè come dice l’Apostolo nella Prima Lettera a Timoteo (4, 4): «ogni creatura di Dio è buona e nessuna da disprezzare, quando venga accolta con animo grato». Dunque in maniera non appropriata fu proibito di mangiare alcuni cibi perchè immondi [Lev. 11].

 

2. Inoltre, come gli animali sono dati in cibo agli uomini, così anche le erbe; si dice infatti nella Genesi (9, 3): «come erbe verdeggianti, vi ho dato ogni carne». Ora, la legge non ha distinto tra le erbe quelle immonde, pur essendo alcune di esse assai nocive, ad esempio quelle velenose. Dunque sembra che non dovessero essere proibiti alcuni animali perchè immondi.

 

3. Inoltre, se è immonda la materia da cui ne viene generata un’altra, sembra che tale, per la stessa ragione, debba essere quella che da essa viene generata. Ma la carne viene generata dal sangue. Poiché dunque non tutte le carni sono proibite come immonde, per lo stesso motivo, sembra che non dovesse essere proibito come immondo neppure il sangue, o il grasso che dal sangue è generato.

 

4. Inoltre, il Signore dice che non si devono temere quelli che uccidono il corpo «perchè dopo la morte non possono far nulla» (Mt. 10, 28). Ma ciò non sarebbe vero, se potesse nuocere all'uomo ciò che si fa di lui. Molto meno dunque può interessare a un animale ucciso in che modo le sue carni vengono cotte. Sembra dunque essere irrazionale quello che si dice nell'Esodo (23, 19): «Non cuocerai un capretto nel latte di sua madre».

 

5. Inoltre, era prescritto che le primizie, degli uomini e degli animali, essendo le più perfette, venissero offerte a Dio [Es. 13]. Dunque in maniera non appropriata fu comandato: «Quando arriverete nella terra, e pianterete essa alberi da frutto, circonciderete il loro prepuzio», cioè le loro primizie «e saranno per voi immonde e non ne mangerete» (Lev. 19, 33).

 

6. Inoltre, il vestito è esterno al corpo umano. Dunque non si dovevano proibire agli ebrei speciali vestiti, come ad esempio quando si dice «Non indosserai una veste tessuta di due diverse materie» (Lev. 19, 19); oppure «La donna non si indosserà vesti virili e l'uomo non indosserà vesti femminili» (Deut. 22, 5); e ancora «Non indosserai una veste che sia tessuta insieme di lana e di lino» (Deut. 22, 11).

 

7. Inoltre, la memoria dei comandamenti di Dio non riguarda il corpo, ma il cuore. In maniera non appropriata, dunque, fu ordinato di «legare i comandamenti di Dio come un segno nelle mani» e di «scrivergli sulle soglie delle case» (Deut. 6, 8 e ss.); e ancora di «si facciano delle frange per le estremità dei loro vestiti, nelle quali pongano fili di porpora, in memoria dei comandamenti di Dio» (Num. 15, 38 e ss.).

 

8. Inoltre, l’Apostolo dice che «Dio non si dà pensiero dei buoi» (1 Cor. 9, 9); e, di conseguenza, neanche degli altri animali irragionevoli. In maniera non appropriata, dunque, fu ordinato «Se camminando troverai un nido di uccelli, non prenderai la madre insieme con i piccoli» (Deut. 22, 6); e ancora: «Non metterai la museruola alle bue che trebbia» (Deut. 25, 4); oppure anche: «Non farai accoppiare il tuo giumento con animali di altra specie» (Lev. 19, 19).

 

9. Inoltre, tra le piante e non era stata fatta una distinzione di quelle monde da quelle immonde. Dunque molto meno codesta distinzione doveva essere adoperata circa la maniera di coltivare queste piante. Pertanto, in maniera non appropriata fu ordinato: «Non seminerai insieme nel tuo campo semi diversi» (Lev. 19, 19); e ancora: «Non seminerai nella tua vigna un'altra semente» e «Non arerai mettendo insieme un bue e un asino» (Deut. 22, 9);

 

10. Inoltre, le cose che sono inanimate, vediamo che sono quelle più soggette al potere dell'uomo. In maniera non appropriata dunque fu proibito all'uomo l'uso dell'argento e dell’oro, con cui sono stati fabbricati gli idoli, e degli altri oggetti che si ritrovano nelle case degli idoli, secondo il precetto della legge che è nel Deuteronomio (7, 25 e ss.). – E sembra essere anche ridicolo il precetto di «coprire la terra con degli escrementi scavando intorno» (Deut. 23, 13).

 

11. Inoltre, la pietà si richiede soprattutto nei sacerdoti. Ora, sembra fare parte della pietà intervenire i funerali degli amici: infatti anche di questo Tobia viene lodato nella Scrittura (Tob. 1, 20 e ss). Allo stesso modo talora è un atto di pietà prendere in moglie una meretrice, perché in tal modo la si libera dal peccato e dall'infamia. Dunque sembra che queste cose in maniera non conveniente venissero proibite ai sacerdoti [Lev. 21].

 

Ma di contro vi è quanto si dice nel Deuteronomio (18, 14): «Tu invece dal Signore tuo Dio sei stato istruito in un altro modo». Da queste parole si può ricavare che tali osservanze furono istituite da Dio, come prerogativa speciale di quel popolo. Dunque non sono irrazionali, o sena motivo.

 

Rispondo dicendo che, come è stato detto sopra [a. prec.], il popolo ebreo in modo speciale era deputato al culto divino; e, tra i membri di questo popolo, in modo speciale i sacerdoti. E come le altre cose dedicate al culto divino dovevano avere una certa particolarità che riguarda l'onore dovuto al culto divino, così anche nel modo di vita di codesto popolo, e in particolare dei sacerdoti, dovevano esserci delle cose speciali adatte a codesto culto, sia spirituali e materiali. Inoltre il culto della legge prefigurava il mistero di Cristo: infatti tutte le loro vicende raffiguravano cose riguardanti il Cristo, secondo quello che si legge nella Prima Lettera ai Corinzi (10, 11): «Tutte queste cose accaddero loro in figura». Perciò di queste osservanze si possono rintracciare due tipi di ragioni: la prima in base alla conformità con il culto divino, la seconda, in base al fatto che figuravano qualcosa circa la vita di Cristo.

 

Risposta al primo argomento: come è stato detto sopra, due tipi di contaminazione, o di impurità, venivano considerate nella legge: la prima dovuta alla colpa, attraverso la quale veniva contaminata l'anima, la seconda, invece, connessa a una corruzione attraverso la quale in qualche modo veniva contaminato il corpo. Pertanto, parlando del primo tipo di impurità, nessun genere di cibi sono immondi, o possono sporcare l'uomo, in base alla loro natura; si legge infatti nel Vangelo di Matteo (15, 11): «Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo, ma quello che ne esce, questo contamina l'uomo»; e con ciò si intendono i peccati. Tuttavia alcuni cibi possono inquinare l'anima in maniera accidentale, in quanto cioè contro l'obbedienza, i voti fatti, o con troppa avidità sono mangiati; oppure perché stimolano la lussuria. Per questo alcuni si astengono dal vino e dalle carni.
Riguardo invece all’impurità del corpo, che è connessa con una qualche corruzione, ma alcune carni gli animali presentano una certa impurità: o perché questi animali si nutrono di cose immonde come fa il porco; o perché vivono in maniera immonda, come fanno alcuni animali che vivono sottoterra, come le talpe, i topi e altri animali del genere, così da contrarre anche un particolare cattivo odore. Perciò furono proibite le carni degli animali con gli zoccoli, cioè con l'unghia unica non spaccata, per il loro essere legati alla terra. Allo stesso modo furono proibite le carni degli animali aventi molte articolazioni nei piedi, perché sono troppo collerici e secchi: tali sono, ad esempio, le carni del leone ed altre carni simili. E, per la stessa ragione, furono proibiti certi uccelli rapaci, nei quali c'è un eccesso dell'elemento secco; e certi uccelli acquatici, per il loro eccesso di umidità. Così pure certi pesci privi di pinne di squame, come le anguille e simili, per il loro eccesso di umidità. Invece fu permesso gli ebrei di mangiare animali ruminanti e con l'unghia spaccata, perché hanno umori che si digeriscono bene e hanno una buona struttura fisica: non sono troppo umidi, come indicano le unghie, e non sono nemmeno troppo terrosi, non avendo l'unghia compatta, ma spaccata. Anche tra i pesci furono concessi loro quelli più secchi, cosa che viene indicata dall'avere squame e pinne: questi elementi infatti indicano una struttura fisica umida in maniera equilibrata. Tra agli uccelli, poi, furono concessi loro quelli più equilibrati, come le galline, le pernici e uccelli simili. – Un’altra ragione di questi divieti fu la riprovazione dell'idolatria. Infatti i gentili, e specialmente gli egiziani, tra i quali gli ebrei erano cresciuti, immolava non agli idoli tali animali proibiti, oppure se ne servivano per fare dei malefici. Gli animali invece che ai giudei era concesso mangiare, i gentili non li mangiavano, ma li veneravano talvolta come dei; oppure per qualche altra causa se ne astenevano, come sopra è stato detto [a. 3]. – Infine il terzo motivo era quello di togliere un'eccessiva cura circa le cose da mangiare. Perciò vennero permessi quegli animali che facilmente e rapidamente si possono avere.
Tuttavia fu completamente proibito loro di mangiare il sangue e il grasso di qualsiasi animale. Il sangue, sia per escludere la crudeltà, affinché detestassero lo spargimento di sangue umano come è stato detto sopra [a. 3], sia anche per evitare i riti dell'idolatria, dal momento che era consuetudine degli idolatri riunirsi attorno al sangue raccolto per mangiare i in onore degli idoli ai quali ritenevano che il sangue fosse molto gradito. E perciò il Signore comandò [Lev. 17, 13] che il sangue versato fosse coperto con la polvere. – E per questo fu anche proibito loro di mangiare animali soffocati o strangolati, dal momento che il loro sangue in tal modo non si separava dalla carne; oppure perché con tale morte gli animali soffrivano troppo e il Signore voleva allontanarli dalla crudeltà anche verso gli animali bruti, per allontanarli con ciò maggiormente dalla crudeltà verso gli uomini, esercitandoli nella pietà anche verso le bestie. – Mangiare il grasso era pure proibito loro sia perché lo mangiavano gli idolatri in onore dei loro dei, sia perché esso veniva bruciato in onore di Dio, ma anche perché il sangue e il grasso non danno un buon nutrimento, cosa quest'ultima che è rintracciata come causa da Mosé Maimonide [Doct. Perplex. P. 3, c. 48]. – Il motivo della proibizione di mangiare i nervi viene espresso nella Genesi (32, 32): «i figli d'Israele non mangiano il nervo, per il fatto che [l'angelo] toccò il nervo del femore di Giacobbe ed egli rimase colpito».
La ragione figurativa di queste cose sta nel fatto che attraverso tutti questi animali proibiti sono indicati alcuni peccati, figurando i quali questi animali sono proibiti. Infatti dice Agostino: «Se si domanda del porco e dell’agnello, entrambi per natura sono mondi, perchè ogni creatura di Dio è buona; invece per ciò che rappresentano, l’agnello è mondo, il porco immondo. Come se tu dicessi “stolto” e “sapiente”: ciascuna parola per natura dei suoni, delle lettere e delle sillabe di cui è costituita, è monda; invece per il significato, una è monda, l’altra immonda» (Contra Faustum 6, 7). Infatti l’animale che rumina e ha l’unghia spaccata è mondo per ciò che rappresenta; dal momento che la spaccatura dell’unghia significa la distinzione dei due testamenti, o quella del Padre e del Figlio, o delle due nature di Cristo, o del bene e del male. Il ruminare invece significa la meditazione delle Scritture e la loro corretta comprensione. E chi  manca di una di queste cose è spiritualmente immondo. Allo stesso modo anche tra i pesci quelli che hanno le squame e le pinne sono mondi per quello che significano, dal momento che attraverso le pinne viene indicata la vita sublime, ovvero la vita contemplativa; mentre attraverso le squame viene indicata una vita austera: entrambe sono necessarie per la purezza spirituale. – Tra gli uccelli invece certi speciali generi sono proibiti. Nell'aquila, che vola alto, viene infatti proibito alla superbia. Nel grifone che è ostile a uomini e cavalli, viene proibito la crudeltà dei potenti. Nell'aquila marina, che si pasce degli uccelli più piccoli, vengono indicati quelli che sfruttano i poveri. Nel nibbio, che si serve soprattutto di insidie, sono indicati coloro che trovano. Nell'avvoltoio poi, che segue gli eserciti aspettando di mangiare i cadaveri dei morti, sono indicati quelli che cercano morti e sedizioni per potere lucrare su di esse. Gli uccelli della famiglia dei corvi indicano quelli che sono macchiati dal piacere, oppure quelli in che sono privi di affetto onesto, perché il corvo, dopo che fu fatto uscire dall'arca, non tornò [Gen. 8, 7]. Lo struzzo, che pur essendo un uccello non può volare, ma è sempre a terra, indica coloro che, pur combattendo per Dio, sono implicati negli affari secolari. La civetta che di notte ha la vista acuta, ma non vede di giorno, rappresenta quelli che nelle cose temporali sono astuti, in quelle spirituali invece sono ingenui. Il gabbiano invece, che vola nell'aria e nuota nell'acqua, rappresenta coloro che venerano sia il battesimo sia la circoncisione, oppure rappresenta coloro che pretendono di volare nella contemplazione e tuttavia vivono nelle acque dei piaceri. Lo sparviero invece che serve all'uomo per la caccia, indica coloro che servono i potenti per depredare i poveri. Il gufo, che di notte cerca il cibo e di giorno si nasconde, indica i lussuriosi, che cercano di nascondere nella notte le azioni che compiono. Lo smergo, la cui natura è quella di immergersi nelle onde, indica i golosi, che si immergono nelle acque dei piaceri della gola. L’ibis è un uccello dal becco lungo che vive in Africa, si pasce di serpenti e forse si identifica con la cicogna: in esso rappresenta gli invidiosi che godono dei mali altrui, come l’ibis dei serpenti. Il cigno è di colore bianco, ha un lungo collo, estrae il cibo dalle profondità della terra o dell'acqua: esso può significare gli uomini che cercano guadagni terreni mediante il candore di una giustizia solo esteriore. L’onocrotalo è un uccello orientale dal becco lungo, che ha dei sacchetti nella gola, nei quali dapprima ripone il cibo, che dopo un'ora manda nel ventre: esso rappresenta gli avari che con una fretta smodata raccolgono i beni necessari alla vita. Il porfirione, a differenza degli altri uccelli, ha un piede provvisto di membrana per nuotare, e un piede con le dita distinte per camminare, dal momento che in acqua nuota con le anatre e per terra cammina come le pernici; beve ad ogni morso, bagnando con l'acqua qualsiasi cibo: esso sta ad indicare coloro che niente vogliono fare sotto il comando di altri, ma solo quanto è stato bagnato con l'acqua del proprio volere. L’erodione, e volgarmente detto falco, rappresenta coloro i cui «piedi sono veloci a spargere sangue» (Salmo 13, 3). Il caradio, che è un uccello canterino, indica i chiacchieroni. L’upupa che fa il nido nel letame e si pasce di escrementi e che nel canto imita un gemito, indica la tristezza mondana, che produce la morte negli uomini immondi. Attraverso il pipistrello, invece, che vola raso terra, sono indicati coloro che, provvisti di sapere secolare, gustano soltanto le cose terrene. – Tra gli animali volatili e quadrupedi, poi, furono ammessi soltanto quelli con le zampe posteriori più lunghe, tali da poter saltare. Gli altri invece, che aderiscono di più alla terra, furono proibiti, poiché coloro che abusano dell’insegnamento dei quattro Evangelisti, per sollevarsi in alto tramite essa, sono considerati immondi. – Infine, nella proibizione di cibarsi del sangue, del grasso e dei nervi, si legge la proibizione della crudeltà, del piacere, e l’ostinazione nel peccato.

 

Risposta al secondo argomento: l’uso di cibarsi con i frutti degli alberi e con gli altri frutti che nascono dalla terra era comune tra gli uomini già prima del diluvio; sembra invece che l’uso di mangiare carni, fu introdotto dopo il diluvio; si dice quindi nella Genesi (9, 3): «come erbe verdeggianti, vi ho dato ogni carne». E questo perché il cibarsi con i frutti che nascono dalla terra rientra di più in una certa semplicità di vita, mentre l’uso delle carni è più proprio di una vita di delicatezza e ricercatezza. Infatti, la terra produce spontaneamente le erbe, oppure con poco sforzo e in grande abbondanza nascono quei frutti; è necessario invece grande sforzo sia per nutrire gli animali, oppure anche per catturarli. E perciò, volendo il Signore ricondurre il suo popolo ad un modo di vita semplice, proibì loro molti animali, mentre non proibì alcun frutto della terra. – Oppure anche la causa di ciò può essere il fatto che gli animali erano immolati agli idoli; non così i frutti della terra.

 

Risposta al terzo argomento: essa emerge da quanto abbiamo già detto [cfr. risposta al primo argomento].

 

Risposta al quarto argomento: sebbene il capretto sgozzato non senta come vengono cotte le sue carni, tuttavia per l’animo di chi lo cuoce sembra costituire una crudeltà adoperare, per consumare le sue carni, il latte della madre che è stato dato ad esso come nutrimento. – Oppure si può dire che i gentili nelle feste dedicate ai loro idoli cuocevano così le carni del capretto, per immolarle o per mangiarle. E perciò nell’Esodo, dopo erano stati dati i precetti per le solennità da celebrare secondo la legge, si aggiunge: «Non cuocerai il capretto nel latte di sua madre».
La ragione figurativa di questa proibizione sta nel fatto che veniva prefigurato il Cristo, che è un capretto a causa della «somiglianza con carne del peccato» (Rom. 8, 3), non doveva essere cotto, ossia ucciso, dai Giudei, nel latte materno, ossia nell’infanzia. – Oppure viene indicato che il capretto, cioè il peccatore, non deve essere cotto nel latte della madre, ossia non deve essere blandito con carezze.

 

Risposta al quinto argomento: i gentili offrivano alle loro divinità le primizie dei frutti, che ritenevano di buon augurio; oppure le bruciavano per farne pratiche di magia. E perciò fu dato agli ebrei il precetto di considerare immondi i frutti dei primi tre anni. In tre anni infatti quasi tutti gli alberi di quella terra, sia quelli seminati, sia quelli innestati o trapiantati, producono frutto. Raramente poi capita che seminino i noccioli degli alberi da frutto: queste piante darebbero più tardi il loro frutto, ma la legge ha considerato quello che accade con maggiore frequenza. Ora, i frutti del quarto anno, come primizie di quelli mondi, venivano offerti a Dio; mentre dal quinto anno in poi venivano mangiati.
La ragione figurativa di questa prassi sta nel fatto che attraverso essa veniva prefigurato che, dopo le tre epoche della legge – la prima va da Abramo a Davide, la seconda fino alla cattività babilonese, la terza fino a Cristo –, Cristo doveva essere offerto a Dio, come frutto della legge. – Oppure perché gli inizi delle nostre opere, per la loro imperfezione, devono essere da noi guardate con sospetto.

 

Risposta al sesto argomento: come è scritto nel Siracide (19, 27): «Il vestire del corpo rivela l'uomo». Perciò il Signore volle che il suo popolo si distinguesse dagli altri popoli, non solo con il segno della circoncisione, che era nella carne, ma anche con un certo modo di vestire. Ecco perché fu proibito agli ebrei di indossare vesti tessute di lana e di lino, e alla donna fu vietato di vestirsi da uomo, e viceversa. E ciò per due diversi motivi. Primo, per evitare il culto idolatrico; infatti i pagani si servivano di vesti tessute di varie materie nel culto di loro idoli. Inoltre nel culto di Marte le donne si rivestivano con le armi degli uomini; nel culto di Venere al contrario gli uomini usavano vesti da donna. – Un’altra ragione di quelle proibizioni fu quella di reprimere la lussuria. Infatti le proibizione di queste variazioni di vestiti vuole escludere ogni disordinato accoppiamento. Ora che la donna indossi vesti virili e che l'uomo indossi vesti femminili costituiscono un incentivo alla concupiscenza e offrono occasioni di libidine.
Ora, la ragione figurativa di queste cose si rintraccia nel fatto che la proibizione di tessere insieme la lana con il lino sta a significare la proibizione di unire insieme la semplicità dell'innocenza, che era raffigurata dalla lana, con la sottigliezza della malizia, che era raffigurata dal lino. – Viene inoltre proibito in tal modo che la donna non prenda per sé l'insegnamento o altri compiti dell'uomo oppure che l'uomo si volga alle mollezze femminili.

 

Risposta al settimo argomento: come dice Girolamo (Super Matth. 23, 6), «il Signore comandò di mettere quattro nastri color del giacinto ai quattro angoli del mantello, per distinguere il popolo di Israele dagli altri popoli.» Infatti attraverso questo segno essi si professavano ebrei e vedendolo erano sollecitati a ricordare la propria legge.
L'espressione poi «li legherai nelle tue mani e saranno sempre davanti i tuoi occhi», «i Farisei la interpretavano male, scrivendo in pergamene il decalogo di Mosé e legandolo sulla fronte come una corona, perché si muovesse davanti i loro occhi»; tuttavia l'intenzione del Signore era che quei comandamenti fossero legati alle loro mani nell'operare e che fossero davanti i loro occhi nella meditazione. Inoltre le frange color del giacinto, che erano attaccate ai mantelli, simboleggiavano l'intenzione celeste, che deve accompagnare tutte le nostre azioni. – Tuttavia si può anche dire che, essendo codesto popolo legato alla carne e di dura cervice, era necessario che attraverso questi segni sensibili esso venisse respinto all'osservanza della legge.

 

Risposta all’ottavo argomento: l’affetto dell'uomo e duplice: il primo e secondo ragione; l'altro invece secondo passione. Nella prospettiva dell'affetto razionale non importa che cosa l'uomo compie rispetto agli animali bruti, poiché tutti furono a lui sottoposti da Dio secondo l'espressione del Salmo 8 (8): «Ogni cosa m'hai posto sotto i suoi piedi». E in tal senso l’Apostolo «Dio non si dà pensiero dei buoi», dal momento che Dio non cerca nell'uomo come si comporti rispetto ai buoi o agli altri animali.
Invece rispetto gli effetti di ordine passionale, l'uomo non è insensibile verso gli altri animali: poiché infatti la passione della misericordia sorge dalle afflizioni altrui e poiché può anche accadere agli animali bruti di sentire dolore, allora nell'uomo è possibile che sorga un moto di misericordia anche verso le sofferenze degli animali. Inoltre ne segue che chi si esercita nella misericordia verso gli animali, sia più disposto la misericordia verso gli uomini; infatti nei Proverbi (12, 10) si legge: «Il giusto a cura della vita delle sue bestie, mentre le viscere degli enti sono crudeli». Ecco perché il Signore, per indurre alla misericordia il popolo ebreo, incline alla crudeltà, bolle che si esercitasse nella misericordia anche verso gli animali bruti, proibendo nei loro riguardi azioni che in qualche modo sembrano legarsi alla crudeltà. Perciò proibì di «cuocere il capretto nel latte della madre» e ordinò di «mettere la museruola al bue che trebbia» e di non «uccidere la madre con i figli». – Tuttavia si potrebbe anche dire che queste cose furono loro proibite a riprovazione dell'idolatria. Infatti gli egiziani ritenevano nefando far mangiare ai buoi le messi che trebbiavano. Inoltre certi fattucchieri si servivano della madre catturata con gli uccellini per augurare fecondità e fortuna nell'allevamento dei figli. E negli oroscopi si riteneva un segno di fortuna il trovare la madre che custodiva i suoi piccoli.
Riguardo poi all'accoppiamento di animali di diversa specie, tre erano le ragioni letterali (ossia concrete e storiche, di quella proibizione. Primo, per riprovare l'idolatria degli egiziani che si servivano di accoppiamenti e commistioni varie in omaggio i vari pianeti, che secondo le loro diverse congiunzioni hanno effetti diversi sulle diverse cose. – Un'altra  ragione è quella di proibire l'accoppiamento contro natura. – La terza ragione è quella di togliere in generale l'occasione della concupiscenza. Infatti gli animali di specie diversa e non si accoppiano facilmente tra loro se gli uomini non ne producono l'occasione; e nel guardare l’unione degli animali si eccitano nell'uomo dei immoti di concupiscenza. Infatti nelle tradizioni ebraiche, come dice Mosé Maimonide [Doct. Perplex. P. 3, c. 49], si trova anche il precetto di distogliere lo sguardo dagli animali che si uniscono.
La ragione figurativa di queste cose consisteva nel fatto che al bue che trebbia, cioè al predicatore che trasporta le messi della dottrina, non si devono far mancare le cose necessarie al nutrimento, come dice l’Apostolo nella Prima Lettera ai Corinzi [9, 4 e ss.]. – E non dobbiamo nemmeno trattenere la madre con i figli, perché in certi casi si devono mantenere soltanto i sensi spirituali, che sono come i figli, e tralasciare l'osservanza della lettera, che è e come la madre; ciò vale per tutti i precetti cerimoniali. – Inoltre, si deve proibire che i giumenti, ossia la gente del nostro popolo, si unisca, ossia abbia contatti intimi, con animali di altro genere, cioè con i pagani o con gli ebrei.

 

Risposta al nono argomento: la ragione letterale per la quale tutte quelle commistioni furono proibite in agricoltura fu quella di rifiutare l'idolatria, dal momento che gli egiziani facevano diverse commistioni di semi, di animali e di vesti in onore degli astri, rappresentandone così le varie congiunzioni. – O tutte queste misture erano proibite per rifiutare l'unione contro natura.
Vi erano anche tuttavia ragioni figurative. Poiché il comando «Non seminerai la tua vigna con un seme diverso» va inteso nel senso spirituale: nella Chiesa, vigna spirituale, non si deve seminare una dottrina estranea. – Così il «campo», cioè la Chiesa, «non deve essere seminato con semi diversi», cioè con la dottrina cattolica e con quella eretica. – E «non si devono fare arare insieme il bue e l'asino» significa che nella predicazione non si deve associare uno sciocco e un savio.

 

Risposta all’undicesimo argomento: i fattucchieri e i sacerdoti pagani si servivano nei loro riti di ossa e di carne umana dei morti. Perciò, per estirpare il culto idolatrico, il Signore ordinò che i sacerdoti minori, i quali servivano nel santuario in certi tempi, «non si sporcassero con le morti», se non si trattava di parenti stretti, cioè del padre o della madre o di altre persone altrettanto intime. Il sommo sacerdote invece doveva essere sempre preparato al ministero del santuario, perciò a lui era del tutto proibito avvicinarsi ai morti, per quanto a lui vicini. – Era loro anche ordinato di né la barba e di non farsi incisioni sul corpo, per rimuovere i riti dell'idolatria. Infatti i sacerdoti pagani si rendevano il campo e la barba, come si legge in Baruc (6, 30): «I sacerdoti siedono con le tuniche stracciate, con la testa e la barba rasata». E durante il culto degli idoli «si incidevano con coltelli e lance» (3 Reg. 18, 28). Perciò ai sacerdoti della legge antica furono dati precetti contrari.
La ragione spirituale di tutte queste cose sta nel fatto che i sacerdoti devono essere del tutto immuni dalle opere morte, che sono le opere del peccato. E non devono radersi il capo, cioè deporre la sapienza; né devono radersi la barba cioè deporre la perfezione della sapienza; né devono stracciarsi le vesti, o fare incisione sul proprio corpo cioè non devono rincorrere nel vizio dello scisma.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova