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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 104

Sui precetti giudiziali

ARTICOLO 3

 

I precetti giudiziali della legge antica contengono una obbligazione eterna?

 

 

Circa il terzo punto procediamo così. Sembra che i precetti giudiziali della legge antica contengano un’obbligazione eterna. Infatti i precetti giudiziali riguardano le virtù della giustizia: si dice che il giudizio e esecuzione di giustizia. Ora, la giustizia è «perpetua e immortale», come dice la Scrittura (Sap. 1, 15). Dunque l'obbligazione dei precetti giudiziali è eterna.

 

2. Inoltre, l'istituzione divina è più stabile dell'istituzione umana. Ma i precetti giudiziali delle leggi umane obbligano in eterno. Molto più dunque obbligheranno così i precetti giudiziali della legge divina.

 

3. Inoltre, l’Apostolo dice che «l'abrogazione di un ordinamento precedente avviene a causa della sua debolezza e inutilità» (Eb. 7, 18). E questo avviene per le norme cerimoniali, che «non posso non rendere perfetto, nella coscienza, l'offerente, trattandosi solo di cibi, di bevande, e di varie abluzioni, tutte prescrizioni umane» (Eb. 9, 9). Mai precetti giudiziali erano utili ebbe essi cacci, per raggiungere ciò cui erano ordinati, ovvero per stabilire la giustizia e l'equità tra gli uomini. Dunque i precetti giudiziali della legge antica non vengono abrogati, ma sono ancora in vigore.

 

Ma di contro vi è quello che l’Apostolo dice: «se viene mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge» (Eb. 7, 12). Ora, il sacerdozio è montato da Aronne a Cristo. Dunque anche tutta la legge è cambiata. Quindi i precetti giudiziali non hanno più vigore.

 

Rispondo dicendo che i precetti giudiziali non ebbero il potere di obbligare in eterno, ma sono stati abrogati con l'avvento di Cristo; tuttavia ciò è avvenuto in modo diverso da ciò che è avvenuto con quelli cerimoniali. Infatti i precetti cerimoniali sono abrogati al punto da essere non solo morti  ma anche mortiferi per chi li osserva dopo la venuta di Cristo e, soprattutto, dopo l'annunzio del Vangelo. I precetti giudiziali invece sono morti, perché non hanno più la forza di obbligare, tuttavia non sono mortiferi. Se è infatti un principe ordinasse nel proprio regno di osservare questi precetti giudiziali, non commetterebbe peccato, a meno che essi non venissero osservati, o fosse comandato di osservarli, in un modo per cui la loro obbligatorietà è derivata dalla istituzione della legge antica. Tale intenzione dietro l'osservanza sarebbe infatti mortifera.

E la ragione di tale differenza può essere desunta anche da quanto abbiamo detto. Infatti è stato detto [a. prec.] che i precetti cerimoniali sono figurativi primariamente e per se stessi, perché istituiti principalmente per rappresentare i misteri di Cristo come futuri. Perciò la loro stessa osservanza pregiudica la verità della fede, secondo la quale confessiamo che codesti ministeri sono già compiuti. – I precetti giudiziali invece non furono istituiti per figurare qualche cosa, ma per disporre la condizione di quel popolo, che era ordinato a Cristo. Perciò, una volta cambiato lo stato di quel popolo, essendo Cristo già venuto, i precetti giudiziali hanno perduto la loro obbligatorietà. La legge infatti è stata, come dice Paolo, il «pedagogo» che ha condotto a Cristo (Gal. 3,24). E poi che è tuttavia tali precetti giudiziali non erano finalizzati a prefigurare, ma a far compiere determinate cose, la loro osservanza non pregiudica come tale la verità della fede. L’intenzione però di osservarli per l'obbligazione della legge antica pregiudica la verità della fede, poiché ciò equivale a riconoscere che lo stato del popolo ebreo dura tuttora e che Cristo non è ancora venuto.

 

Risposta al primo argomento: la giustizia è da osservare in eterno. Ma la determinazione delle cose che sono giuste secondo l'istituzione umana o divina deve cambiare, in base alle variazioni degli stati dell'umanità.

 

Risposta al secondo argomento: i precetti giudiziali istituiti dagli uomini hanno un’obbligatorietà perpetua, nel periodo in cui è in vigore quel dato regime. Ma se la città o il popolo passa sotto un altro regime, è necessario mutare la legge. Infatti non possono valere le stesse leggi in una democrazia, che è il governo del popolo, e in un'oligarchia, che è il governo dei ricchi, come emerge dal quarto libro della Politica di Aristotele. Perciò, una volta mutato lo stato di quel popolo, era necessario che mutassero i precetti giudiziali.

 

Risposta al terzo argomento: quei i precetti giudiziali disponevano il popolo alla giustizia e all'equità, in base a ciò che era conveniente in quello stato. Ma dopo Cristo, era necessario cambiasse lo stato di quel popolo, in modo che in Cristo non dev'esserci più nessuna distinzione tra gentili e giudei, com'era in precedenza. E per questo era necessario che anche i precetti giudiziali mutassero.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova