La legge nuova dove durare fino alla fine del mondo?
Circa il quarto punto procediamo così. Sembra che
la legge nuova non debba durare fino alla fine del mondo,
giacché l’Apostolo dice nella Prima Lettera ai Corinzi
(13, 10): «Quando verrà ciò che è perfetto, quello che è
imperfetto scomparirà». Ma la legge nuova non è perfetta;
dice infatti l’Apostolo: «La nostra conoscenza è
imperfetta, e imperfetta è la nostra profezia» (ivi, 9).
Dunque la legge nuova deve finire, col sopraggiungere di
una condizione più perfetta.
2. Inoltre, il Signore promise ai suoi discepoli,
con l'avvento dello Spirito Santo Paraclito, la conoscenza
«di ogni verità» (Gv. 16, 13). Ma la Chiesa non
conosce ancora ogni verità, pur essendo nello stato del
nuovo testamento. Occorre dunque aspettare un altro stato,
nel quale, attraverso lo Spirito Santo, ogni verità sarà
manifesta.
3. Inoltre, come il Padre è altro dal Figlio e il
Figlio dal Padre, così lo Spirito Santo è altro dal Padre
e dal Figlio. Ora, ci fu uno stato appropriato alla
persona del Padre: lo stato della legge antica, nel quale
gli uomini attendevano alla generazione. Allo stesso modo
vi è anche un altro stato appropriato alla persona del
Figlio: lo stato della legge nuova, nella quale hanno la
priorità i chierici, che attendono alla sapienza,
attribuita al Figlio. Di conseguenza vi sarà un terzo
stato, nel quale avranno la priorità gli uomini
spirituali.
4. Inoltre, il Signore dice: «Questo Vangelo del
regno sarà predicato in tutto il mondo, e allora verrà la
fine» (Mt. 24, 14). Ma il Vangelo di Cristo è stato
già predicato in tutto il mondo; tuttavia non viene ancora
la fine. Dunque il Vangelo di Cristo non è il Vangelo del
regno, ma deve venire un altro Vangelo dello Spirito
Santo, quasi come un'altra legge.
Ma di contro vi è ciò il Signore dice: «Io vi dico
che non passerà questa generazione prima che siano
successe tutte queste cose» (Mt. 24, 34). Parole
che il Crisostomo spiega, facendo riferimento alla
«generazione dei fedeli in Cristo». Dunque lo stato di
fedeli in Cristo durerà sino alla fine del mondo.
Rispondo dicendo che lo stato del mondo può variare
in due modi. Primo, in base al variare della legge; così
allo stato presente della legge nuova non seguirà nessun
altro stato. Infatti questo stato seguì a quello della
legge antica, come ciò che è perfetto segue a quello che è
imperfetto. Ora, nessuno Stato della vita presente può
essere più perfetto dello Stato della legge nuova. Niente
infatti può essere più vicino al fine ultimo di ciò che
introduce direttamente a questo fine. E la legge nuova fa
precisamente questo; dice infatti Paolo nella Lettera
agli Ebrei (10, 19 e ss.): «Avendo, fratelli, piena
fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di
Gesù, per questa via nuova, che egli ha inaugurato per
noi, accostiamoci a lui». Di conseguenza, non può esserci
nessuno Stato più perfetto, nella vita presente, che lo
stato della legge nuova, poiché ogni cosa è tanto più
perfetta, quanto più vicina al fine ultimo.
In un altro modo lo stato degli uomini può variare per il
diverso comportamento degli uomini rispetto ad una
medesima legge, che essi possono osservare più o meno
perfettamente. E così lo stato della legge antica fu
spesso mutato, poiché in certi periodi le leggi erano
custodite in maniera ottima, in altre invece del tutto
trascurate. Così anche lo stato della legge nuova viene
variato, in base ai diversi luoghi, ma i tempi, alle
persone, nella misura in cui la grazia dello Spirito Santo
è posseduta dagli uomini in maniera più o meno perfetta.
Tuttavia non ci si deve aspettare un qualche altro stato
futuro nel quale si avrà la grazia dello Spirito Santo in
maniera più perfetta, di quanto è avvenuto finora,
soprattutto rispetto agli Apostoli, che ricevettero «le
primizie dello Spirito, prima degli altri e con più
abbondanza», come dice la Glossa alla Lettera ai
Romani (8, 23)
Risposta al primo argomento: come spiega Dionigi (Eccl.
Hier. 5), tre sono gli stati degli uomini: il primo
è quello della legge antica; il secondo quello della legge
nuova; il terzo verrà non in questa vita, ma nella patria
beata. Ma, così come il primo stato è figurativo e
imperfetto rispetto allo stato evangelico, allo stesso
modo questo stato è figurativo e imperfetto rispetto a
quello della patria beata, alla venuta del quale lo Stato
presente finirà. Dice infatti l’Apostolo: «Noi vediamo
ora mediante uno specchio in enigma, allora invece vedremo
faccia a faccia».
Risposta al secondo argomento: come dice Agostino (19
Contra Faustum, 31), Montano e Priscilla ritenevano
che la promessa del dono dello Spirito Santo, fatta dal
signore, non si fosse compiuta negli apostoli, bensì il
loro. Allo stesso modo i Manichei ritenevano che si fosse
compiuta in Manete, che dicevano essere lo Spirito
Paraclito. E perciò sia gli uni sia gli altri non
accettavano gli Atti degli Apostoli, dove si mostra
in maniera chiara che quella promessa si realizzò negli
Apostoli; più volte infatti il Signore promise loro:
«Sarete battezzati con lo Spirito Santo tra non molti
giorni» (At. 1, 5). Queste fantasticherie però sono
escluse da ciò che si legge nel Vangelo di Giovanni
(7, 39): «Lo Spirito Santo non era stato ancora dato,
perché Gesù non era stato ancora glorificato», parole da
cui si può comprendere che subito dopo la glorificazione
di Cristo nella resurrezione e nell'ascensione, fu dato lo
Spirito Santo. Attraverso questo si escludono anche le
fantasticherie di coloro che dicessero di aspettare una
nuova epoca dello Spirito Santo. Non in base alla
diversità dei luoghi si determina diversità nel genere
umano, ma in base a quella dei tempi.
Inoltre lo Spirito Santo insegnò agli Apostoli tutte le
verità necessarie alla salvezza, cioè tutte le cose in cui
credere e tutte le cose da fare. Tuttavia non li ammaestrò
su tutti gli eventi futuri: questo infatti non li
riguardava, secondo quello che si dice negli Atti degli
Apostoli (1, 7): «Non sta a voi, conoscere i tempi e i
momenti, che il Padre ha posto in suo potere».
Risposta al terzo argomento: la legge antica non fu
soltanto del Padre, ma anche del Figlio, dal momento che
Cristo era prefigurato nella legge antica. Di conseguenza
il Signore dice: «Se aveste creduto in me Mosé, avreste
creduto anche a me: poiché di me egli ha scritto». In
maniera simile anche la legge nuova non è soltanto di
Cristo, ma anche dello Spirito Santo, secondo quello che
si dice nella Lettera ai Romani (8, 2): «La legge
dello Spirito di vita in Cristo Gesù, ecc...». Di
conseguenza non si deve aspettare un'altra legge, come
legge dello Spirito Santo.
Risposta al quarto argomento: poiché subito, sin
dal principio della sua predicazione evangelica, Cristo
disse «il regno dei cieli è vicino» (Mt. 4, 17), è
cosa davvero stolta dire che il Vangelo di Cristo non è il
Vangelo del regno. La predicazione del Vangelo di Cristo
però si può intendere in due modi. In un modo, come
divulgazione della notizia di Cristo e in tal senso il
Vangelo fu predicato in tutto il mondo anche al tempo
degli Apostoli. E, riguardo a questo, le parole «E allora
verrà alla fine», non vanno intese con riferimento alla
distruzione di Gerusalemme di cui allora Gesù parlava
letteralmente. – In un altro modo si può intendere La
predicazione di Cristo: come predicazione in tutto il
mondo con pieno effetto, cioè con la fondazione della
Chiesa in ciascuna nazione. E così, come dice Agostino (Ep.
ad Hesych.), il Vangelo non è ancora stato predicato
in tutto il mondo: la fine del mondo verrà dopo questo
fatto. |