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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 93

Sulla legge eterna

ARTICOLO 3

 

Ogni legge deriva dalla legge eterna?

 

 

Circa il terzo punto procediamo così. Sembra che non ogni legge derivi dalla legge eterna. C’è infatti una certa legge del fomite, come sopra è stato detto. (q.91, a.6). Ora, questa non deriva dalla legge divina, che è legge eterna: ad essa appartiene la prudenza della carne, della quale l’Apostolo dice nella Lettera ai Romani (8, 7), che «alla legge di Dio non può essere soggetta». Dunque, non ogni legge proviene dalla legge eterna.

 

2. Inoltre, dalla legge eterna non può provenire niente di iniquo: perché, come è stato detto (articolo 2, argomento 2), «eterna è quella legge secondo la quale è giusto che tutte le cose siano ordinate in massimo grado». Ma certe leggi sono inique, secondo quello che dice Isaia (10,1): «Guai a coloro che fanno leggi inique». Dunque, non ogni legge proviene dalla legge eterna.

 

3. Inoltre, Agostino dice, nel primo libro del De Libero Arbitrio (c.5) che «la legge scritta per governare un popolo, rettamente permette molte cose che saranno punite dalla divina provvidenza». Ma la ragione (ratio) della divina provvidenza è legge eterna, come sopra è stato detto (articolo 1). Dunque, non tutte le leggi provengono dalla legge eterna.

 

Ma di contro vi è il fatto che, in Proverbi 8, 15, la sapienza divina dice: «Per mezzo mio regnano i re e coloro che fanno le leggi emettono giusti decreti». Ora, la ragione (ratio) della divina provvidenza è legge eterna, come sopra è stato detto (articolo 1). Dunque, tutte le leggi provengono dalla legge eterna.

 

Rispondo dicendo che, come è stato detto sopra (q. 90, aa.1,2), la legge implica un certo criterio [rationem] che dirige gli atti al fine. In ogni serie ordinata di motori, è necessario che la capacità di muoversi del primo movente derivi dalla capacità del primo movente: perché il movente secondo non muove se non nella misura in cui è mosso dal primo. Di conseguenza, anche in tutti i governanti vediamo la stessa cosa, poiché il criterio di governo [ratio gubernationis] dal primo governante ai secondi viene trasmesso: così il criterio relativo alle cose che sono da fare nella città viene trasmesso dal re attraverso precetti agli amministratori inferiori. E anche rispetto alle cose prodotte artificialmente il criterio degli atti produttivi viene trasmesso dall’architetto agli artefici inferiori, i quali operano con le loro mani. Essendo dunque la legge eterna criterio di governo esistente nel governante supremo, è necessario che tutti i criteri di governo che sono nei governanti inferiori derivino dalla legge eterna. Di conseguenza tutte le leggi, nella misura in cui partecipano della retta ragione, derivano dalla legge eterna. E per questo Agostino dice, nel primo libro del De Libero Arbitrio (c. 6) che «nella legge temporale niente è giusto e legittimo, se non quanto gli uomini hanno derivato dalla legge eterna».

 

Risposta al primo argomento: il fomite ha natura di legge nell’uomo, nella misura in cui è una punizione che viene dalla divina giustizia: e in tal senso deriva dalla legge eterna. Nella misura in cui, invece, è inclinazione al peccato è contraria alla legge di Dio, è non ha natura di legge, come emerge dalle cose dette sopra (q. 91, a. 6).

 

Risposta al secondo argomento: la legge umana ha natura di legge nella misura in cui è secondo la retta ragione: e in tal senso è manifesto il fatto che deriva dalla legge eterna. Nella misura in cui, invece, si allontana dalla ragione è una legge iniqua, e così non ha natura di legge, ma piuttosto di una violenza. E tuttavia nella stessa legge iniqua, nella misura in cui essa conserva una qualche similitudine con la legge, per l’autorità di colui che la emana, in tal senso anch’essa deriva dalla legge eterna; si dice infatti nella Lettera ai Romani (13, 1): «ogni autorità viene da Dio».

 

Risposta al terzo argomento: la legge umana permette certe cose, non nel senso che le approva, ma nel senso che non può regolarle. Ora, molte cose, che non possono essere regolate dalla legge umana, sono regolate dalla legge divina: infatti una causa superiore si estende di più di una causa inferiore. Di conseguenza il fatto stesso che la legge umana non si inoltra in quelle cose che non può regolare, proviene dall’ordine dato dalla legge eterna. Diverso sarebbe invece il caso, se essa approvasse quelle cose che la legge eterna disapprova. Di conseguenza, da ciò non deriva che la legge umana non proviene dalla legge eterna, bensì che non può adeguarvisi perfettamente.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova