Le caratteristiche della
legge umana
Circa il terzo punto
procediamo così: Sembra che Isidoro non abbia
convenientemente descritto le caratteristiche della legge
positiva, dicendo (5 Etymol. c.5): «La legge sarà
onesta, giusta, possibile secondo natura e secondo le
consuetudini patrie, appropriata al luogo e al tempo,
necessaria, utile; e sarà manifesta, affinché non si cada
in inganno a causa dell’oscurità; sarà scritta non per
qualche vantaggio privato, ma per la comune utilità dei
cittadini». Sopra (c.3) infatti egli aveva esplicitato le
caratteristiche della legge facendo riferimento a tre
condizioni: «Sarà legge ciò che la ragione ha stabilito in
conformità con la religione, ciò che è appropriato alla
disciplina, ciò che è a vantaggio della salute pubblica».
Perciò in modo superfluo aggiunge dopo le condizioni della
legge.
2. Inoltre, la
giustizia è parte dell’onestà; come dice Cicerone nel
primo libro del De Officiis (c.7). Dunque dopo che
è stato detto che la legge è «onesta» è superfluo
aggiungere che è «giusta».
3. Inoltre, la legge
scritta secondo Isidoro (2 Etymol. c.10; 5, c.3) si
contrappone alla consuetudine. Dunque egli non doveva
mettere nella definizione della legge, che questa deve
essere «secondo le consuetudini patrie».
4. Inoltre, una cosa
si dice necessaria in maniera duplice. Cioè necessaria in
senso assoluto, quando è impossibile che essa sia
diversamente da come è; e ciò che è in tal modo necessario
non soggiace al giudizio umano, quindi tale necessità non
appartiene alla legge umana. Vi è poi anche ciò che è
necessario per il raggiungimento di un fine; e tale
necessità coincide con l’utilità. Dunque è superfluo dire
entrambe le cose: che la legge è «necessaria» e che è
«utile».
Ma di contro vi è l’autorità dello stesso Isidoro.
Rispondo dicendo che, è necessario che la forma
di qualsiasi mezzo per un fine sia determinata in modo
proporzionale al fine: così la forma di una sega è tale
quale è adatta a segare, come emerge dal secondo libro
della Fisica (c.9). Così pure qualsiasi cosa
retta e misurata è necessario che abbia la sua forma
in proporzione alla sua regola e misura. Ora, la legge
umana ha questi due aspetti: è un mezzo ordinato ad
un fine ed è una certa regola o misura regolata o misurata
da una misura superiore, la quale è duplice, cioè legge
divina e legge naturale, come emerge dalle cose dette
sopra (a.2; q. 93, a.3). E il fine della legge umana
è l’utilità degli uomini; così come anche l’Esperto
di legge dice. E perciò Isidoro tra le condizioni della
legge innanzitutto pone queste tre cose: che «sia in
conformità con la religione», conforme cioè alla legge
divina, che «sia appropriata alla disciplina», conforme
cioè alla legge di natura, che «sia a vantaggio della
salute pubblica», conforme cioè all’umana utilità.
E a queste tre condizioni sono ricondotte tutte le altre
condizioni che sono poste in seguito. Infatti ciò che
si dice «onesto», si riferisce a ciò che è conforme
alla religione. – E l’espressione che segue, «giusta,
possibile secondo natura e secondo le consuetudini patrie,
appropriata al luogo e al tempo», aggiunge ciò per cui
è appropriata alla disciplina. Infatti l’umana disciplina
si considera prima di tutto in rapporto all’ordine della
ragione, che è implicato dal termine «giusta». In secondo
luogo, la disciplina si considera rispetto alla facoltà
di agire. Essa, infatti, deve essere proporzionata per
ognuno secondo le sue possibilità, una volta osservata
anche la possibilità naturale (infatti non si devono
imporre le stesse cose ai bambini e agli uomini maturi),
e secondo le consuetudini umane. Infatti un uomo non
può vivere solitario in mezzo alla società, senza comportarsi
secondo le abitudini degli altri. In terzo luogo, riguardo
alle debite circostanze, dice «appropriata al luogo
e al tempo». – Le espressioni che seguono «necessaria,
utile» ecc., si riferiscono al suo essere vantaggiosa
per la salute pubblica: la necessità si riferisce alla
rimozione del male, l’utilità al conseguimento di cose
buone; e la chiarezza evita ogni danno che dalla legge
stessa potrebbe provenire. – E poiché, come è stato
detto sopra (q. 90, a. 2), è ordinata al bene comune,
ciò viene mostrato nell’ultima parte di questa descrizione. E
sono così anche date le risposte alle obiezioni.
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