Tutti i precetti morali
della legge antica
si riducono ai dieci
precetti del decalogo?
Circa il terzo punto procediamo così. Sembra che
non tutti i precetti morali della legge antica si riducano
ai dieci precetti del decalogo. I precetti primi e
principali della legge sono infatti: «Ama i Signore Dio
tuo» e «Amerai il prossimo tuo», come è affermato nel
Vangelo secondo Matteo (22, 37, 39). Ma questi due non
sono contenuti nei precetti del decalogo. Dunque non tutti
i precetti morali sono contenuti nei precetti del
decalogo.
2. Inoltre, i
precetti morali non si riducono ai precetti cerimoniali,
piuttosto è vero il contrario. Ma tra i precetti del
decalogo vi è un precetto cerimoniale, cioè: «Ricordati di
santificare il sabato» (Es. 20, 8; Deut. 5,
12). Dunque i precetti morali non si riducono a tutti i
precetti del decalogo.
3. Inoltre, i
precetti morali riguardano tutti gli atti delle virtù ma
tra i precetti del decalogo troviamo solo precetti
riguardanti atti di giustizia, come emerge se li si
esamina ad uno ad uno. Dunque i precetti del decalogo non
contengono tutti i precetti morali.
Ma di contro vi è ciò che, a proposito della frase
del Vangelo di Matteo (5, 11) «Beati voi quando vi
malediranno ecc. …», dice la Glossa: «Mosè, dopo
avere presentato i dieci precetti li spiega nelle loro
parti». Dunque tutti i precetti della legge sono, in un
certo modo, parti dei precetti del decalogo.
Rispondo dicendo che, i precetti del decalogo
differiscono dagli altri precetti della legge per il fatto
che i primi furono dati al popolo da Dio stesso, gli altri
invece furono dati al popolo per mezzo di Mosè. Quindi al
decalogo appartengono quei precetti dei quali l’uomo ha
notizia direttamente dal Dio. E tali sono quelle norme che
subito, con una piccola riflessione, possono essere
conosciuti ricavandoli dai principi primi universali,
oppure quelli che subito si conoscono per infusione della
fede. Tra i precetti del decalogo, quindi, non sono
inclusi due generi di precetti: quelli che sono primi e
universali, che non hanno bisogno di altra promulgazione
essendo scritti nella ragione naturale quasi come noti di
per sé, per esempio che non si deve far male a nessuno e
altri del genere; e quelli che vengono riscontrati
conformi alla ragione dall’indagine attenta dei sapienti.
Infatti questi ultimi passano dal Dio al popolo mediante
la disciplina dei sapienti. Tuttavia, entrambi questi
precetti sono contenuti nei precetti del decalogo ma in
modo diverso. Infatti quelle cose che sono prime e
universali vi sono contenute come sono contenuti i
principi nelle conclusioni prossime; invece quelle cose
che sono conosciute attraverso i sapienti vi sono
contenute come le conclusioni nei principi.
Risposta al primo argomento: quei due precetti sono
precetti primi e universali della legge naturale che sono
per sé noti alla ragione umana o per natura o per fede. E
perciò tutti i precetti del decalogo a quei due si
riferiscono come le conclusioni ai principi comuni.
Risposta al secondo argomento: il precetto
dell’osservanza del sabato è parte di un ordine morale
nella misura in cui, attraverso esso, si comanda che
l’uomo per un certo tempo si dedichi alle cose divine, in
base a quello che è detto nel Salmo 45 (11):
«Dedicatevi e vedete che io sono Dio». E in base a questo
è considerato tra i precetti del decalogo; non già
rispetto alla determinazione del tempo, perché in base a
questo è un precetto cerimoniale.
Risposta al terzo argomento: l’essenza di cosa
dovuta è, nelle altre virtù, più nascosta che nella
giustizia. E perciò i precetti degli atti delle altre
virtù non sono così noti al popolo come i precetti degli
atti di giustizia. E per questo in modo particolare gli
atti di giustizia ricadono sotto i precetti del decalogo,
che sono i primi elementi della legge. |