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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 100

Sui precetti morali

ARTICOLO 6

 

I precetti del decalogo sono ordinati in modo adeguato?

 

 

Circa il sesto punto procediamo così: Sembra che in modo non adeguato siano stati ordinati i dieci precetti del decalogo (Es. 20; Deut. 5, 6 e ss.). Infatti, l’amore verso il prossimo sembra precedere l’amore verso Dio, perché il prossimo è per noi più noto di Dio, secondo quello che si dice nel Prologo del Vangelo di Giovanni (4, 20): «Chi non ama suo fratello che vede, come può amare Dio che non vede?». Ma i primi tre precetti riguardano l’amore verso Dio, gli altri sette invece l’amore verso il prossimo. Dunque, i dieci precetti del decalogo sono ordinati in modo non adeguato.

 

2. Inoltre, attraverso i precetti affermativi sono comandati gli atti delle virtù; invece, attraverso i precetti negativi sono proibiti gli atti dei vizi. Ma secondo Boezio, bisogna prima estirpare i vizi, che seminare le virtù. Dunque, tra i precetti riguardanti il prossimo, si sarebbero dovuti porre i precetti negativi prima di quelli affermativi.

 

3. Inoltre, i precetti della legge hanno per oggetto gli atti umani. Ma l’atto del cuore viene prima dell’opera esterna. Dunque, secondo un ordine non adeguato i precetti relativi che dicono di non desiderare, i quali riguardano il cuore, sono stati posti all’ultimo posto.

 

Ma di contro vi è ciò che l’Apostolo dice, nella Lettera ai Romani (13, 1 e ss.): «Le cose che sono da Dio sono ordinate». Ma i precetti del decalogo sono stati dati immediatamente da Dio, come è stato detto prima (a. 3). Dunque, hanno un ordine adegauto.

 

Rispondo dicendo che, come è stato detto prima (ibid. et a. 5), i precetti del decalogo riguardano quelle cose che subito la mente dell’uomo coglie. È poi chiaro che tanto più prontamente qualcosa è accolta dalla ragione, quanto più il suo contrario è un male grave e la ripugna. Inoltre, è chiaro che, poiché l’ordine di ragione parte dal fine, la cosa maggiormente contraria alla ragione è il comportamento disordinato dell’uomo rispetto al proprio fine. Ora, fine della vita umana e della vita sociale è Dio. E perciò, per prima cosa, era necessario che i precetti del decalogo ordinassero a Dio, essendo il suo contrario il più grave dei mali. Così anche nell’esercito, che è ordinato al comandante come al suo fine, primo dovere è la sottomissione del soldato al suo comandante, il secondo, invece, è l’intesa con gli altri commilitoni.
Tra le altre cose, poi, attraverso le quali siamo ordinati a Dio, si presenta innanzitutto l’essere fedelmente a lui sottomessi, senza avere alcun contatto con i suoi nemici. Poi, c’è il mostrare rispetto nei suoi confronti. In terzo luogo, il prestare servizio. Ed è delitto più grave in un esercito se un soldato, agendo senza fedeltà, stringe patti con i nemici, piuttosto che se manca di rispetto verso il comandante; e questo fatto è a sua volta più grave della negligenza nel prestare servizio.
Ora, nei precetti relativi al prossimo, è chiaro che ripugna maggiormente la ragione, ed è peccato più grave, se un uomo trasgredisce l’ordine dovuto verso quelle persone rispetto alle quali è maggiormente in debito. E perciò tra i precetti relativi al  prossimo per primo si trova il precetto che riguarda i genitori. Tra gli altri precetti, invece, si nota pure un ordine in base alla gravità dei peccati. Infatti, è più grave e ripugna maggiormente la ragione peccare più con le opere che con le parole, o più con le parole che con il pensiero. E tra i peccati che si fanno con le opere, il più grave è l’omicidio, che toglie la vita a un uomo già esistente piuttosto che l’adulterio attraverso il quale si impedisce la certezza della prole che deve nascere; l’adulterio è più grave del furto, che riguarda i beni esterni.

 

Risposta al primo argomento: sebbene attraverso i sensi il prossimo sia più noto di Dio, tuttavia l’amore di Dio, come emergerà successivamente (II-II, q. 25, a. 1; q. 26, a. 2), è motivo dell’amore del prossimo. E perciò i precetti riguardanti Dio erano da mettersi al primo posto.

 

Risposta al secondo argomento: come Dio è per tutte le cose il principio universale dell’essere, così il padre è principio dell’essere per il figlio. E perciò in modo adeguato dopo i precetti riguardanti Dio è posto il precetto che riguarda i genitori.
Ora, l’argomento è valido quando le norme affermative e negative riguardano lo stesso genere di opere, sebbene anche in questo non sia del tutto valido. Per quanto infatti nell’esecuzione delle opere prima siano da estirpare i vizi che da seminare le virtù – secondo quanto si dice nel Salmo 33 (15) «Allontanati dal male e fai il bene» e nel libro di Isaia (1, 16) «Cessate di agire malvagiamente, imparate a fare il bene» - tuttavia nella conoscenza la virtù viene prima del peccato, perché «Attraverso il retto si conosce l’obliquo», come viene detto nel primo libro del De Anima (c. 5). «Attraverso la legge», poi, si ha «La conoscenza del peccato», come si dice nella Lettera ai Romani (3, 20). E per questo il precetto affermativo doveva essere posto per primo.
Ma non è questo il motivo dell’ordine, bensì quello sopra indicato; infatti, tra i precetti che riguardano Dio, che sono nella prima tavola, per ultimo è posto il precetto affermativo, poiché la sua trasgressione comporta un reato meno grave.

 

Risposta al terzo argomento: per quanto il peccato del cuore sia il primo in ordine di esecuzione, tuttavia la sua proibizione viene dopo per la ragione.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova