I precetti del decalogo
sono redatti in modo adeguato?
Circa il settimo punto
procediamo così: Sembra che i precetti del decalogo
siano redatti in modo non adeguato (Es. 20; Deut.
5, 6 e ss.). Infatti, i precetti affermativi ordinano agli
atti virtuosi, mentre quelli negativi ritraggono dagli
atti viziosi. Ma virtù e vizi si contrappongono in
qualsiasi materia. Dunque, in qualsiasi materia a
proposito della quale ordina un precetto del decalogo
doveva esserci un precetto affermativo e uno negativo. In
modo non adeguato quindi sono posti alcuni precetti
affermativi e altri negativi.
2. Inoltre, Isidoro
dice (2 Etymol. c. 10; 5, c.3): «Ogni legge è
costituita dalla ragione». Ma tutti i precetti del
decalogo riguardano la legge divina dunque, in tutti
doveva essere indicata la ragione e non soltanto nel primo
e nel terzo precetto.
3. Inoltre,
attraverso l’osservanza dei precetti si meritano dei premi
da Dio. Ma le divine promesse riguardano appunto i premi
dei precetti. Dunque doveva essere indicata una promessa
in tutti i precetti, e non solo nel primo e nel quarto.
4. Inoltre, la legge antica è detta «Legge del
timore», nella misura in cui attraverso la minaccia delle
pene induceva alla osservanza dei precetti. Ma tutti i
precetti del decalogo riguardano la legge antica. Dunque
la minaccia della pena doveva essere indicata in tutti i
precetti e non solo nel primo e nel secondo.
5. Inoltre, tutti i precetti di Dio si devono
conservare nella memoria; si dice infatti nei Proverbi
(3, 3): «Scrivili sulle tavole del tuo cuore». In modo
non adeguato, quindi, solo nel terzo precetto viene
menzionata la memoria. E così sembra che i precetti del
decalogo siano stati redatti in modo non adeguato.
Ma di contro vi è ciò che si dice nel Libro
della Sapienza (11, 21): «Dio dispose tutto in numero,
peso e misura». Molto di più quindi nei precetti della sua
legge seguì un giusto modo di scrivere.
Rispondo dicendo che, nei precetti della legge
divina è racchiusa la massima sapienza; per questo si dice
nel Deuteronomio (4, 6): «E’ questa la vostra
sapienza ed intelligenza davanti ai popoli». E perciò
deve essere chiaro che i precetti della legge sono redatti
in modo adeguato.
Risposta al primo argomento: sempre
all’affermazione segue la negazione del contrario, ma non
sempre alla negazione di uno dei contrari segue
l’affermazione dell’altro. È, infatti, logico dire: «se
una cosa è bianca non è nera»; tuttavia non è logico dire:
«se una cosa non è nera, quindi è bianca». Infatti, la
negazione è più estesa dell’affermazione. E quindi anche
il comando di non commettere ingiuria, che costituisce un
precetto negativo, si estende a più persone in base al
dettato primo della ragione, rispetto a quei precetti che
impongono il dovere di ossequiare o prestare servizio a
qualcuno. Ora, per prima cosa il dettame della ragione
dice che uno è tenuto a prestare servizio o a mostrare
onore verso quelli dei quali ha ricevuto benefici, se non
li ha ancora ricompensati. Due, poi, sono quelli dei cui
benefici nessuno potrà dare ricompensa sufficiente, cioè
Dio e il padre, come si dice nell’ottavo libro dell’Etica
Nicomachea (c. 14). E perciò sono posti due soli
precetti affermativi: quello che comanda di onorare i
genitori e quello che riguarda la celebrazione del sabato
in ricordo del beneficio divino.
Risposta al secondo argomento: quei precetti che
sono esclusivamente morali hanno una evidente ragione;
quindi non era necessario che ad essi si aggiungesse
alcuna ragione. Ma ad alcuni precetti si aggiunge una
determinazione cerimoniale o di un precetto morale comune,
come nel primo precetto, «Non farai sculture» e nel terzo
in cui si determina il giorno del sabato. E perciò in
entrambi questi casi era necessario dare una ragione.
Risposta al terzo argomento: gli uomini per lo più
ordinano i loro atti ad una qualche utilità. E perciò in
quei precetti, dai quali pareva che non seguisse nessuna
utilità o che qualche utilità fosse impedita, era
necessario apporre la promessa del premio. Infatti, ad
esempio, quando i genitori sono già in declino, da loro
non ci si aspetta nessuna utilità. E perciò al precetto di
onorare i genitori è aggiunta la promessa. E in maniera
simile anche il precetto che proibisce l’idolatria, perché
ciò sembrava impedire l’apparente utilità che gli uomini
credono di potere conseguire patteggiando con i demoni.
Risposta al quarto argomento: le pene sono
necessarie specialmente contro quelli che sono inclini al
male, come si dice nel decimo libro dell’Etica
Nicomachea (c. 9). E perciò solo a quei precetti della
legge, nei quali vi era l’inclinazione al male, si
aggiunge la minaccia delle pene. Ora, gli uomini erano
inclini all’idolatria a causa della generale consuetudine
dei popoli. E in maniera simile gli uomini sono inclini
anche allo spergiuro, a causa della frequenza dei
giuramenti. E perciò ai primi due precetti è aggiunta la
minaccia.
Risposta al quinto argomento: il precetto relativo
al sabato fu posto per ricordare un beneficio passato. E
perciò specialmente in esso si fa riferimento alla
memoria. – Oppure perché il precetto del sabato ha una
determinazione aggiunta che non rientra nella legge
naturale; e perciò questo precetto aveva bisogno di una
speciale ammonizione. |