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Articoli
Sulla fondazione e la validità delle norme morali:
tra deontologia e teleologia
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La distinzione tra deontologia e teleologia è più complessa di quanto generalmente non si pensi. In primo luogo, perché con tale distinzione si indicano due scansioni diverse, benché chiaramente correlate. Da un lato, in ambito filosofico, essa è utilizzata per di-stinguere tra teorie morali fondate su un insieme di proposizioni che definiscono a priori ciò che è giusto e che vincolano al rispetto di tali principi la produzione di conseguenze positive, e teorie morali che invece definiscono il giusto in funzione della bontà delle conseguenze, ossia per le quali la validità di ogni principio normativo dipende dalle conseguenze ... continua
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di Massimo Reichlin
Quale fondazione per la norma morale?
«L’etica occupa finalmente i pensieri di molti. Ma non bisogna troppo gioirne» . Questo è il pensiero di C. Vigna che noi condividiamo se è vero che si parla di etica così come si parla di salute quando la malattia ha il sopravvento. Se l’etica occupa i pensieri di molti, questi molti spesso non sanno che cosa è ciò di cui si occupano. La partecipazione appassionata sulle problematiche etiche, cioè, palesa certamente una riappropriazione della capacità che ognuno possiede di esercitare la facoltà di giudizio senza l’ausilio di un argomento d’autorità. E ciò costituisce ciò che potremmo chiamare l’etica della contemporaneità ovvero ...
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di Pietro Cognato
Il problema dell’empatia nella relazione di cura.
Se, riecheggiando Hegel, la filosofia si qualifica come “il proprio tempo appreso con il pensiero”, non deve allora apparire affatto strano che un non-medico si interroghi su quella crisi che da decenni stringe in una morsa il sapere e l’agire del medico nonostante il raddoppio delle aspettative di vita ed il miglioramento dello stato di salute della popolazione generale.
Allora perché un disagio si insinua come un tarlo, perché l’impressione che il pensare sia sempre fuori luogo? Se, da una parte, si potrebbe rispondere che ... continua
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di Giusi Venuti
Un caso bioetico: l’attribuzione degli status personae e la deduzione dei corrispondenti munera nella filiazione a seguito di surrogazione di maternità.
L’utilizzo delle moderne tecniche di assistenza alla procreazione ha un effetto dirompente sulla maniera d’intendere le funzioni sociali delle persone e sulla modalità di considerare conseguentemente l’attribuzione di doveri sociali. Spesso si ha anzi sentore che proprio questo supporto tecnologico alle difficoltà riproduttive, specie nella forma della surroga di maternità, ponga in essere una natura negoziale delle pratiche riproduttive. Sembra, cioè, che alcune particolari tecniche di riproduzione artificiale vadano ad incidere sullo ius filiationis, modificandone in profondità il significato elaborato nel corso dei secoli e, in quanto seguente un preciso ordine naturale, ritenuto appunto “naturale”.
Inutile dire che proprio l’evoluzione della maniera attraverso la quale una società concepisce, e regola di conseguenza, la propria funzione riproduttiva concorre a modificare profondamente ... continua
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di Alessandro Pizzo e Giovanna Batia
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Recensioni
P. BECCHI, Morte cerebrale e trapianto di organi. Una questione di etica giuridica, Morcelliana, Brescia 2008
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di
Luciano Sesta
A. PESSINA, Eutanasia. Della morte e di altre cose, Cantagalli, Siena 2007
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di Luciano Sesta |
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